Nuovi guai per il trapper Baby Gang: “Ha sparato a un suo amico”. Domiciliari e niente concerti

Il 22enne Zaccaria Mouhib era già sottoposto all'obbligo di dimora a Lecco, misura cautelare relativa al processo con al centro la sparatoria, avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese, in cui rimasero feriti due senegalesi, gambizzati a colpi di pistola

MILANO – Zaccaria Mouhib, ossia il trapper Baby Gang, nei giorni scorsi avrebbe sparato ad un suo amico, ferito con un “colpo di arma da fuoco alla gamba sinistra”. Lo si legge nell’ordinanza con cui i giudici della settima penale di Milano (presidente del collegio Marco Tremolada) hanno sostituito la misura cautelare dell’obbligo di dimora con quella degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Misura cautelare relativa al processo con al centro la sparatoria, avvenuta nella notte tra il 2 e il 3 luglio 2022 in via di Tocqueville, vicino a corso Como, zona della movida milanese, in cui rimasero feriti due senegalesi, gambizzati a colpi di pistola. Processo che per il cantante si era già concluso con una condanna a 5 anni e 2 mesi in primo grado.

Per il trapper 22enne i giudici (Tremolada-Gallina-Pucci) avevano disposto nei mesi scorsi, prima della sentenza del 15 novembre, l’obbligo di dimora a Lecco, dove vive, con divieto di uscire tra le 20 e le 9 del mattino, anche se era stato, poi, autorizzato, su richiesta del suo legale Niccolò Vecchioni, ad uscire per cantare ad un concerto nei mesi scorsi. Il 20 gennaio scorso, però, come risulta dall’ordinanza, i carabinieri di Lecco lo hanno denunciato per lesioni aggravate perché sarebbe rimasto coinvolto in una vicenda che ha portato al ferimento, proprio nell’abitazione del trapper, di una “persona che si definisce sua amica, attinta da ‘colpo di arma da fuoco alla gamba sinistra’”.

L’amico avrebbe messo a verbale che è stato ferito per l’uso “di arma da parte di Mouhib”. A casa del trapper, poi, gli investigatori hanno trovato “una pistola ad aria compressa con relative munizioni metalliche” e non un’arma da fuoco. Il trapper, comunque, scrivono i giudici, “aveva negato qualsiasi detenzione” di armi.

Il nuovo episodio che lo ha visto coinvolto ha portato all’aggravamento della misura, come chiesto dal pm Francesca Crupi, titolare delle indagini sugli scontri tra bande di trapper, per il “pericolo di reiterazione di fatti analoghi”. I giudici evidenziano la “pervicacia” di Baby Gang nel “procacciarsi e utilizzare” armi, oltre alla sua “inaffidabilità”. E spiegano che in casa, quando l’amico è stato ferito, c’erano pure due “coimputati” del 22enne, condannati anche loro nel processo sulla sparatoria di due anni fa.

Il Tribunale ha anche revocato le autorizzazioni concesse al 22enne e relative alla sua attività musicale, come quelle per i concerti che aveva in programma.