Orrore a Jerago: Strangolato in casa sua dopo la sera di festa

L’omicidio - Il corpo del 41enne Claudio Silvestri è stato rinvenuto dal fratello nell’abitazione di via Vittoria

Strangolato nella notte nella sua casa di via Vittoria: è giallo sulla morte di Claudio Silvestri, 41 anni, conosciuto in paese come “Ozzo” e sopravvissuto ad un tragico incidente stradale nel 2000. «È omicidio» per la Procura di Busto Arsizio. La vittima aveva passato la sera a “Jerago Beach”, prima di rientrare a casa, dove era solo. Forse è stato fatale un misterioso appuntamento notturno: nella villetta non ci sono segni di effrazione.
La tragica scoperta intorno alle 9 di ieri mattina,

quando il fratello della vittima, Mauro Silvestri, che vive a Mornago e che era venuto a trovare Claudio, ha notato la porta di casa aperta e l’auto parcheggiata sulla strada invece che in garage.
Nella sala, messa a soqquadro, c’era solo il corpo del 41enne, senza vita. I Carabinieri della Stazione di Albizzate sono arrivati sul posto e hanno trovato la vittima, a terra nella sala, con evidenti segni di strangolamento sul collo, che hanno fatto pensare sin dal primo istante ad un omicidio. Claudio Silvestri era a torso nudo, con indosso soltanto i pantaloni. I rilievi effettuati non hanno riscontrato segni di effrazione, presumibile che la vittima conoscesse l’aggressore. In via Vittoria, una delle più belle e tranquille zone residenziali del paese, nessuno si è accorto di nulla. «”Ozzo” era rimasto tutta la sera a Jerago Beach, fino a mezzanotte e mezza» raccontano gli amici di Jerago, increduli dietro al nastro bianco e rosso che delimita la “scena del crimine”. Una serata come tante: Claudio si era fermato a chiacchierare, saltando da un tavolo all’altro, perché in paese conosceva tutti.
Poi il ritorno a casa attorno a mezzanotte e mezza, quando s’era messo a piovere forte. A casa era solo, perché la madre era via in vacanza in montagna per qualche giorno e aveva portato con sé anche i cani, come il barboncino che “Ozzo” portava sempre in giro. Ora gli inquirenti – l’indagine è coordinata dal Procuratore della Repubblica Gianluigi Fontana – stanno cercando di ricostruire cosa sia successo tra il rientro a casa e il ritrovamento del corpo. Hanno portato in Caserma, come persone informate sui fatti, il fratello Mauro, per capire se potesse indicare qualche potenziale sospetto, e una vicina di casa, che potrebbe aver notato qualche movimento nella via durante la notte. Dopo i rilievi nell’abitazione e nella Yaris della vittima, è stato disposto il sequestro del cellulare e del pc di Claudio Silvestri. È dall’analisi del traffico telefonico, dei messaggi ed eventuali conversazioni in chat, che potrebbe essere ricostruito quell’incontro notturno che è costato la vita ad “Ozzo”. È la pista su cui gli inquirenti si sono concentrati fin da subito, ritenendo poco plausibile l’ipotesi di una rapina violenta. Probabile che l’abitazione sia stata messa a soqquadro per simulare una rapina, visto che non sarebbe stato portato via nulla. Al vaglio anche due furti di cui Silvestri era stato vittima negli ultimi mesi. Quello di una catenina che portava al collo, ma anche quello dell’automobile, una Fiat 500L adattata per la guida per disabili, con tanto di chiavi, portafoglio e documenti, nella zona del cimitero di Gallarate. Claudio aveva raccontato di essere stato raggirato: si era fermato con l’auto per soccorrere una persona apparentemente caduta dal motorino, ma era stato poi preso a calci e pugni, buttato a terra e derubato di ciò che possedeva. Due episodi che secondo gli inquirenti, alla luce di quanto successo, potrebbero avere attinenza con il delitto, mostrando probabilmente come Silvestri potesse essere vittima di ricatti o vessazioni.