Per questa rabbia servono giganti. «Da ora in avanti voglio carattere»

Domani c’è Avellino, coach Paolo Moretti vuole una reazione: «Mai più prestazioni senza orgoglio»

È giorno di vigilia e in casa Pallacanestro Varese l’atmosfera è inevitabilmente tesa. Di una tensione sportiva, perché servono certezze e risultati, già da domani con Avellino. L’ostacolo è tosto, ma come ben cantava Guccini, «tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti».

Una rabbia da veicolare sul campo per dimenticarsi anche della scia di polemiche e mugugni che ha accompagnato le ultime tre sconfitte. In conferenza stampa Paolo Moretti ha presentato la gara di domani, tranciando in partenza l’argomento Anosike, sul banco degli imputati negli ultimi giorni: «Non faccio comunicazioni o dichiarazioni in merito. Non c’è nulla da ribadire, preferisco non parlare di questioni di competenza dell’area medica. La situazione è da valutare e non posso esprimermi su argomenti che non so».

Una risposta netta, decisa, che non cela un velo di nervosismo. Che ci sta, data l’importanza strategica della partita, assolutamente da non sbagliare a livello di approccio: «Mi sembra evidente che le prestazioni siano al di sotto delle aspettative, vediamo che tipo di reazione avranno i singoli e la squadra. Due settimane fa avevamo detto che sarebbe iniziato il periodo delle due partite a settimana e dei viaggi ravvicinati, era preventivabile che arrivassero delle difficoltà. Trovo che il livello europeo sia molto alto e perciò non ti permette di abbassare la

guardia o pensare di gestire, altrimenti ne prendi 30 come in Lituania. Questo comporta le sconfitte che sono arrivate e che arriveranno ancora. Non può essere però accettabile che non ci siano reazioni e che si assista a prestazioni prive di orgoglio, di carattere, di determinazione e di volontà di sacrificarsi e di sputare sangue. Non può più succedere e se capiterà sarà una responsabilità di tutti. Ripeto, è essenziale che certe prestazioni non si vedano più, ma spero e sono convinto che siano stati due episodi frutto di eventi straordinari».

Qualche appunto sull’avversaria, l’Avellino di Pino Sacripanti, ormai una realtà consolidata ai piani alti del nostro campionato: «Avellino è una “nuova grande”, mi sembra un’affermazione pertinente, nel senso che rispetto al passato in questo periodo storico la squadra si è consolidata a livelli alti, con una continuità di risultati che la confermano in alto alla classifica. Una formazione esperta, con un buon nucleo di giocatori che, al di là della carta di identità, ha una forte conoscenza del basket europeo ed italiano. Presentano grande fisicità ed atletismo nei ruoli di 2 e 3 e anche in quello di centro, grazie a due pedine di livello internazionale. Sono maestri nel punire i primi errori, le indecisioni, le cose fatte a metà. In questo contesto, Green e Leunen sono due professori nelle letture, interpretano alla perfezione il sistema di Pino, che è sicuramente uno dei motivi principali per cui troviamo Avellino lassù. Onore e merito a loro, chirurgici nell’attaccare dove ritengono di avere dei vantaggi sul campo».