Perchè viene sonno dopo mangiato?

Molti pensano, sbagliando, che la colpa sia dovuta ad un maggior afflusso di sangue e quindi di ossigeno verso stomaco e intestino.
Ecco alcuni consigli utili per rimanere vigili e attivi dopo i pasti

A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di avvertire sonno e stanchezza immediatamente dopo mangiato. Conosciuta anche con il nome di “abbiocco” o “food coma”, questa è una condizione che spesso capita dopo pasti molto -troppo- ricchi ed elaborati.

Per lungo tempo si è pensato che la causa fosse legata al fatto che, dovendo digerire cibi elaborati o ingeriti in quantità eccessive, il nostro organismo convogliasse un maggior afflusso di sangue e quindi di ossigeno verso stomaco e intestino. In realtà non è proprio così; infatti, diversi studi dimostrano che l’afflusso di sangue al cervello è strettamente regolato e non diminuisce durante la digestione in modo così significativo da causare sonnolenza: il nostro cervello continua a ricevere la corretta quantità di sangue ed ossigeno per evitare carenze che porterebbero a gravi danni cerebrali.

Più probabilmente, la colpa è da ricercarsi nell’ipoglicemia. Dopo un abbondante pasto, aumenta notevolmente il livello di glucosio nel sangue (glicemia); il pancreas, quindi, risponde a questo segnale rilasciando insulina, l’ormone adibito all’abbassamento dei livelli ematici di glucosio. Dal rilascio di un’elevata quantità di insulina, si potrebbe avere una diminuzione eccessiva del glucosio circolante, tanto da arrivare quasi in ipoglicemia, responsabile di stanchezza e sonnolenza. Questo processo può innescare per di più un “circolo vizioso”: ci si sente stanchi e deboli e si tende a ricorrere a cibi poco sani come dolcetti o merendine, che non fanno altro che peggiorare la situazione.

Escluse tutte le possibili cause legate a disturbi gastrointestinali, è necessario lavorare sulle proprie abitudini alimentari per evitare di avere costantemente tali sintomi. Vediamo quindi alcuni consigli utili per rimanere vigili e attivi dopo i pasti.

Fare pasti regolari ed equilibrati

Saltare i pasti, soprattutto la colazione, ci fa arrivare al pasto successivo con una fame smisurata, tendiamo ad abbuffarci e introdurre molto cibo in eccesso, andando quindi ad innescare i processi spiegati in precedenza. Prediligiamo pasti regolari, nelle giuste quantità e frequenze giornaliere: i classici cinque pasti (tre principali e due spuntini) sono perfetti per regolare l’introito di cibo nell’arco di tutta la giornata.

Prediligere cibi e cotture semplici

In questo modo, le preparazioni che si portano in tavola non saranno eccessivamente processate ed elaborate, troppo ricche di condimenti o alimenti raffinati, e si avrà un controllo migliore del periodo post-prandiale.

Consumare più verdure e limitare gli alcolici

Spesso, dopo un pasto in cui la verdura scarseggia, la sensazione di stanchezza si accentua e ciò è dovuto al fatto che mancano minerali come il potassio e il magnesio, utili a combattere la spossatezza. 

Non solo, fare il pieno di verdura e frutta assicura all’organismo il corretto apporto di acqua, elemento indispensabile per sentirsi vitali ed energici. Soprattutto durante pasti ricchi di cibi salati e asciutti, ma anche dopo aver assunto alcolici, è fondamentale idratarsi a dovere.

Se si soffre di senso di affaticamento dopo mangiato, gli alcolici sono decisamente da limitare. Tutti, compresi vino, birra e amari, infatti, rallentano il sistema nervoso centrale e fungono da sedativi, generando sonnolenza -no, non è vero che l’amaro aiuta la digestione-.

Mantenersi attivi e in movimento

Un po’ di movimento dopo pranzo, una camminatina anche solo di un quarto d’ora può aiutare a sconfiggere il senso di sonnolenza.

Infatti, stendersi sul divano non aiuta il nostro processo digestivo, anche se sono ben noti altri effetti positivi del pisolino post pranzo: miglioramento della memoria, maggiore creatività, aumento della concentrazione. Ma attenzione alla durata! Bastano solo 10 minuti per recuperare forze ed energie. Al contrario, un riposino di più di 30 minuti potrebbe causare l’effetto opposto, portando a un’inerzia che rende difficile il risveglio e un senso di stordimento che può durare per tutta la giornata.

L’importante è non cedere alla stanchezza ma combatterla in modo attivo, tendendosi impegnati e controllando la quantità e la qualità di cibo che assumiamo. Ascoltare i propri segnali di fame e sazietà, capire quando fermarsi e non per forza mangiare ogni singola portata è la strategia migliore per vivere correttamente anche pasti più impegnativi!

Laura Nardi - biologa nutrizionista