Più uomini e mezzi in arrivo per la sicurezza dei laghi

VARESE «L’obiettivo primario è incrementare la sicurezza nella zona dei laghi. E per farlo siamo disposti a investire in uomini, mezzi e risorse». Parola del ministro dell’Interno, Roberto Maroni che ieri a Villa Recalcati ha tenuto a battesimo il percorso che porterà alla creazione del «Patto per la sicurezza dei laghi insubri». Un sistema complesso che unirà due regioni (Piemonte e Lombardia), cinque province (Varese,

Como, Lecco, Novara e Vco) e 82 comuni rivieraschi. Enti ai quali si aggiungerà il Canton Ticino e 31 comuni svizzeri affacciati sugli specchi d’acqua di confine. Con una cabina di regia che comprende anche il Ministero dell’Interno e la Capitaneria di porto di Genova per formulare un piano d’azione che avrà i suoi riflessi su 406mila residenti, senza contare i turisti del periodo estivo.

«Si tratta di territori particolari – ha chiarito il ministro Maroni – che hanno delle particolarità e per questo meritano assoluta attenzione. Perché con il termine sicurezza non intendiamo solo il contrasto al crimine e la prevenzione ma anche gli interventi in caso di calamità, sul trasporto ferroviario e la navigazione sicura. Occorre un coordinamento di tutte le forze dell’ordine, per migliorare l’efficienza dei servizi esistenti e per intervenire laddove invece i servizi mancano». Così in agenda c’è anche una maggior collaborazione con le polizie locali, sistemi di videosorveglianza, potenziamento della rete di illuminazione e aggiornamento professionale dei vigili. Iniziative che, assicura Maroni, «daranno i loro frutti». L’esperienza del resto è mutuata direttamente dal lago di Garda dove, un patto analogo, ha raggiunto tutti gli obiettivi fissati. «Parlo – ha confermato Maroni – dell’aumento dei controlli ordinari del 223% e di quelli straordinari del 68%. I reati sono diminuiti drasticamente. Solo per fare un esempio c’è stato un meno 150% in relazione al fenomeno della prostituzione. Ma anche meno incidenti sulle acqua e sulle strade».

Benefici che da aprile, data prospettata per l’avvio vero e proprio del “Piano di sicurezza dei laghi Insubri” una volte terminate le riunioni preparatorie che dovranno individuare le esigenze specifiche dei singoli comuni lacuali, toccheranno direttamente anche i comuni affacciati sul Maggiore, sul Ceresio e sul Lario. «Perché il coordinamento tra tutti gli enti ha creato e creerà anche i questi territori una maggiore efficienza e meno spreco – ha evidenziato il ministro -: questo non significa

necessariamente avere speso di più ma avere impiegato meglio le risorse presenti. Certo, se poi alle riunioni tra i rappresentanti dei territori, emergerà il bisogno di maggiori uomini e mezzi in alcune aree, tutto quello che servirà lo metteremo a disposizione. Perché questa è la nostra filosofia: predisporre i piani e sostenerli con risorse adeguate». Altro tassello il ruolo strategico di Malpensa, soprattutto per quanto riguarda l’impiego dei mezzi aerei e per la presenza dei vigili del fuoco.

b.melazzini

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