LUINO Nuove polemiche sulle Poste di Luino. Sede centrale per l’Alto Varesotto e punto di riferimento, specialmente negli orari pomeridiani, per tutta l’area del Luinese. Peccato che lunedì scorso, ultimo giorno utile per una serie di scadenza che andavano dal bollo auto al canone per la radiotelevisione, negli uffici sia piombato il caos. «Attese lunghissime, fino a dure ore per un semplice bollettino, proteste e – raccontano diversi cittadini – persino minacce di esposti». Testimone oculare del disservzio Alberto Tarroni, referente di Legambiente per l’area del Luinese che, vista l’adesione dell’associazione ambientalista
al Movimento di difesa per i diritti del cittadino, ha deciso di sollevare il caso dei problemi che si verificano ad ogni scadenza. «Da figlio dell’ex direttore delle Poste di Luino – racconta – ho vissuto con rammarico l’accaduto. Perché i primi a farne le spese sono stati proprio i dipendenti che non sono assolutamente responsabili dei disservizi. Anzi hanno fatto il possibile per venire incontro alle richieste dei cittadini. È però paradossale che in un giorno sensibile come quello delle scadenze ci fosse solo un sportello operativo per il pagamento dei bollettini».
Circostanza che secondo Tarroni, e come lui la pensano tutte quelle decine di luinesi costretti ad un pomeriggio di passione, è legata al cambio di filosofia delle Poste. «È chiaro che ormai ci troviamo di fronte ad un’azienda privata che privilegia il suo settore bancario ma è evidente che – sottolinea Tarroni -, soprattutto per le fasce deboli della popolazione come gli anziani, le Poste rappresentino ancora un servizio di primario interesse pubblico. Per questo auspichiamo che almeno in una sede di primaria importanza per tutto il territorio, anche perché si tratta del solo ufficio aperto nelle ore pomeridiane in tutta la zona, almeno in determinati periodi dell’anno come lo sono stati i giorni scorsi si predisponga l’adeguato numero di addetti». Perché a giudicare alle lamentele che arrivano da Luino questi sono decisamente insufficienti. «E nonostante il loro impegno – conclude Tarroni – finiscono poi per essere, ingiustamente, i capri espiatori delle lamentele dei clienti. Questo non è giusto e sarebbe proprio nell’intesse delle Poste aprire qualche sportello in più nei giorni di scadenza prestabiliti. Così si risolverebbero i problemi degli utenti e di conseguenza anche i disagi per gli stessi dipendenti». Parlano di caso isolato, invece, da Poste Italiane. «I tempi medi d’attesa – precisano – sono in linea con gli standard aziendali».
b.melazzini
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