Progetto sulla 336? Il Comune dice no

Si annuncia negativa la risposta della giunta a EdilMalpensa, società che ha presentato un progetto per costruire in zona 336.

La situazione sarà definita a settembre, così che in autunno possa riprendere il percorso della variante al pgt. Fermato proprio a causa del ricorso vinto di fronte al Tar dall’impresa. Che si è rivolta ai giudici perché Palazzo Borghi non ha mai nominato il nucleo di valutazione, gruppo di professionisti che deve fornire un parere tecnico rispetto ai progetti presentati.

Previsto dal piano di governo del territorio approvato nel 2011, non si è mai insediato. Almeno fino ai primi di luglio di quest’anno, quando la giunta ha applicato la sentenza del tribunale amministrativo. In meno di un mese, l’organismo si è riunito ed ha espresso il suo parere sul progetto di Edilmalpensa.

Diverse le criticità emerse. Intanto, secondo i tecnici, nel piano non trova riscontro il progetto di tutelare l’area verde al confine con il comune di Busto Arsizio. Inoltre, viste le dimensioni dell’insediamento proposto, «dovrebbe conseguire una straordinaria realizzazione di infrastrutture e attrezzature pubbliche», come scrive nella sua relazione, allegata alla delibera approvata dalla giunta, l’architetto Marco Engel, presidente del nucleo di valutazione.

C’è poi un problema di natura economica. Il progetto permetterebbe infatti un’utile pari 2,19% rispetto dell’investimento totale necessario per realizzarlo. Aspetto che, si legge nel testo votato dall’esecutivo di centrosinistra, «non garantisce l’affidabilità della proposta». Nel senso che «l’amministrazione potrebbe trovarsi nella condizione di non vedere avviato l’intervento», proprio perché i margini di guadagno sono così limitati. Ancora, le strade per collegare i nuovi edifici alla città andrebbero costruire su terreni che non sono di proprietà di EdilMalpensa. E quindi Palazzo Borghi dovrebbe avviare una serie di espropri. Diversamente, il traffico finirebbe per scaricarsi in larga parte su viale Milano, strada «che presenta già oggi situazioni di criticità». Sono questi i rilievi che l’amministrazione comunale muove all’impresa. Che, ricevuta la documentazione, avrà dieci giorni di tempo per far avere la sua risposta, nel tentativo di far cambiare idea all’esecutivo, che a questo momento è orientato per il no. Se la giunta dovesse confermare il parere negativo, a quel punto l’iter di approvazione della variante al pgt potrebbe ripartire spedito. E il primo voto potrebbe arrivare già entro la fine del 2014.

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