Qualità della vita, crolla Varese

La 33esima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore rivela che la provincia in cui si vive meglio è il capoluogo emiliano, davanti a Bolzano e Firenze. Male Varese: dai dati emerge il quadro di un territorio fondamentalmente insicuro e in cui il lavoro comincia a scarseggiare.

Il Sole 24 Ore ha pubblicato la sua consueta indagine sulla qualità della vita, arrivata alla 33esima edizione. Dalla classifica 2022, Bologna risulta la provincia italiana in cui si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990.

Sul podio ci sono anche Bolzano, che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo aver scalato otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020,

90 indicatori statistici alla base dell’indagine, di cui 40 aggiornati al 2022, presentano una serie di novità: due indicatori sull’inflazione; un pacchetto di indicatori su energia da fonti rinnovabili/riqualificazioni energetiche/consumi energetici; l’indice della partecipazione elettorale alle ultime elezioni politiche di settembre 2022; nove indici sintetici inclusi nell’indagine che aggregano più parametri (dalla qualità della vita di giovani, bambini e anziani all’Indice di sportività e quello del clima).

Analizzando i risultati a livello regionale, l’Emilia-Romagna mostra un buon posizionamento: accanto al primato di Bologna la classifica vede Parma al nono posto e Reggio Emilia al 13esimo. Le provincie del Trentino Alto Adige restano salde nella top ten, con Bolzano (in foto) al secondo e Trento al quinto posto. In Toscana sono tre le province presenti in cima alla classifica: oltre a Firenze, le new entry Siena, che arriva al 4° posto (+11 posizioni), e Pisa (+12 posizioni) al decimo posto.

Il dato della Lombardia

Risultati contrastanti per la Lombardia, che mantiene comunque sei territori tra i primi 30 classificati: guadagnano terreno Cremona (in foto, 11esima, +26 posizioni), Bergamo (14esima, +25 posizioni), Sondrio (15esima, + 14 posizioni) e Lodi (49esima, + 8 posizioni); mentre retrocedono le altre tra cui Varese (-7), Como (-11) e Mantova (-16). Scende anche Monza e Brianza (-9) nonostante il successo nella seconda edizione dell’indice tematico dedicato alla qualità della vita delle donne.

Il crollo di Varese

Preoccupante il calo di Varese, che perde 7 posizioni rispetto all’indice del 2021, passando dal 36° al 43° posto: risultato mediocre, non si sta male ma nemmeno così bene.

Spicca il crollo nell’indicatore relativo a “giustizia e sicurezza”: 35 posizioni in meno, una vera e propria débacle certificata dall’aumento esponenziale di denunce sul nostro territorio. Bene invece l’indicatore ambientale: 34 posizioni in più, ma va detto che l’anno scorso eravamo agli ultimi posti.

In chiaroscuro il dato economico: se ricchezza e consumi tengono, va male il lavoro, dove perdiamo 11 posizioni, indice di una provincia che sta perdendo aziende e, di conseguenza, occupati.

QUI per leggere tutti gli indicatori

Il dato varesino: malissimo giustizia e sicurezza, cala il lavoro, migliora l’ambiente.

Le grandi città

Tra le città metropolitane, Milano – che nel 2021 era in seconda posizione – resta nella top ten ma scende all’ottavo posto, mentre Roma scivola al 31esimo (-18 posizioni); Cagliari sale di due posizioni (18esimo posto), Genova è al 27esimo posto (perde solo una posizione), Torino al 40esimo (-12 posizioni). Sul fondo Napoli (in foto, 98esimo posto, in discesa di otto posizioni) e Palermo (88esimo posto, + 7 posizioni).

Il calo di Milano è dovuto al peso degli indicatori di “Ricchezza e consumi” che quest’anno premia realtà più “piccole”, e dalla elevata incidenza (arrivata oltre il 60% in città) dei canoni di locazione sul reddito medio, diventata ormai insostenibile. Il capoluogo lombardo è invece sempre in testa in “Affari e lavoro”.

La qualità della vita delle donne

La nuova edizione dell’Indice della Qualità della vita delle donne, che sintetizza 12 parametri, rivela che ad offrire maggior benessere alle donne è la provincia di Monza e Brianza, seguita da Treviso (vincitrice della prima edizione, nel 2021) e Cagliari. La provincia lombarda registra il gap occupazione di genere più basso in Italia (pari al 7,1% contro una media nazionale del 19,4%), uno dei tassi di occupazione femminile più alti del Paese (69%) e il record di giornate retribuite a dipendenti donne (il 75,3% del massimo teorico)