«Quello è terrorismo, non è l’Islam»

I musulmani varesini condannano l’attentato di Parigi: «Radicalismo il nostro peggior nemico». Bandiere a mezz’asta a Palazzo Estense. E Clerici su Facebook attacca la linea di Charlie Hebdo

– A Palazzo Estense le bandiere sono state esposte a mezz’asta da ieri mattina, in segno di vicinanza e rispetto per le vittime dell’assalto a Charlie Hebdo. «Siamo vicini al popolo francese in questo momento di dolore e pericolo per la libertà e la democrazia», ha commentato il sindaco.
Un attentato giudicato tra i più sanguinosi da quasi 50 anni. Intanto nel mondo, ma anche a Varese, si esprime partecipazione e cordoglio per le vittime e condanna per la violenza dell’attentato.

Il leader della comunità musulmana varesina, , condanna con forza l’attacco terrorista avvenuto mercoledì alla redazione del giornale satirico a Parigi.
«Siamo vicini alle famiglie dei defunti e ci dissociamo con forza dal gesto che ha ucciso dodici persone, dicendo che “quello non è islam”».
Eppure immagini e testimonianze non lasciano dubbi: almeno uno dei due attentatori ha urlato a gridato «Allah Akhbar» seguito da «abbiamo vendicato il profeta». Baroudi spiega che gli attentatori «non

hanno compreso il messaggio d’amore di cui la religione musulmana si fa portavoce. Abbiamo lavorato in questi anni per costruire ponti di pace e far conoscere il vero volto di questa religione e questi criminali cercano di far passare il messaggio che i musulmani siano dei terroristi: violenza e radicalismo sono i più grandi nemici dell’islam».
E ancora: «Queste persone non sanno il significato della parola libertà, probabilmente perché nel loro paese la libertà non esiste. L’auspicio è che vengano al più presto consegnati alla giustizia».
Il portavoce della comunità musulmana di Varese ribadisce inoltre di essere «contro ogni forma di terrore da qualunque parte venga».

A scatenare il gesto estremo la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto,diffuse sul giornale negli ultimi anni. La scorsa settimana le pagine erano dedicate a una satira contro il “califfo” Abu Bakr al Baghdadi, capo dello Stato islamico.
A chiedere di riflettere sulla forza della satira e sulle modalità con cui la satira viene costruita è , l’aitante ex assessore alla Tutela Ambientale di Varese spesso agli onori della cronaca per le sue “sparate” senza filtri sui social network.
In un post su Facebook, Clerici definisce la strage di ieri «un gesto assurdo che non può che essere condannato con forza e senza distinguo alcuno». A seguire l’affondo: «Ció detto, credo che esista un limite che è quello della decenza e del rispetto della sensibilità religiosa, che non può essere travalicato in maniera così gretta, triviale e del tutto gratuita come ha fatto il Charlie Hebdo».
Clerici, inoltre, aggiunge: «Credo sia giunto il momento di mettere in discussione quello strano concetto di libertà che permette di pubblicare certe vignette irrispettose: se calpestare il sentimento religioso significa essere liberi, allora io sono assolutamente illiberale».