Questo made in Italy rispetta il verde

Dalla qualità dei tessuti al servizio: la Besani di Besnate ha tutto questo ma ha scelto di andare oltre. Ha abolito undici classe di sostanze pericolose e inquinante dai suoi prodotti. E ha coinvolto i fornitori

– Non solo la qualità assoluta del made in Italy, dei tessuti prodotti e del servizio offerto ai clienti, ma anche l’attenzione per la sostenibilità ambientale ed per i doveri sociali.

Sono questi gli ingredienti del successo dell’azienda Besani di Besnate, attiva dal 1969 nella produzione di tessuti a maglia in cotone, che ha aderito, con appena altre cinque imprese italiane, al programma Detox di Greenpeace, impegnandosi ad eliminare dai suoi prodotti 11 classi di sostanze pericolose ed inquinanti denunciate dall’associazione ambientalista.
Per ottenere questo risultato, l’azienda varesina, che conta una trentina di dipendenti, ha intrapreso con i propri fornitori un’attività di collaborazione.

«Siamo convinti – afferma Mario Riva, procuratore della Besani – che solo da uno sforzo sinergico attivato da tutti i soggetti produttivi della filiera sia possibile realizzare una moda etica e sostenibile; questo è il futuro del nostro settore».
La Besani a conferma della serietà delle proprie intenzioni rispetto agli impegni sottoscritti, ha fatto eseguire a proprie spese, le costose analisi chimiche sui propri tessuti, in modo da dimostrare che dalla propria produzione siano assenti le 11 sostanze chimiche messe al bando da Greenpeace.

«Il nostro impegno sociale – prosegue Riva – è di produrre tessuti sicuri per il consumatore e a basso impatto ambientale, ma senza rinunciare ad estetica e prestazioni; questo obiettivo può essere raggiunto solo con la collaborazione dei dipendenti, dei collaboratori esterni e dei fornitori».
L’impresa di Besnate, che annovera tra i propri clienti i più importanti brand della moda italiana come Valentino, sviluppa un 40% del proprio business all’estero, in particolare Cina e America, dove i tessuti Besani sono molto conosciuti e apprezzati.
Può sembrare curioso che un’azienda italiana attiva nel campo della moda e dei tessuti faccia così tanti affari proprio in Cina, quando il nostro mercato è invaso dai prodotti di quel Paese.

«Mi reco due volte l’anno in Cina – racconta l’imprenditore – alla dogana i nostri prodotti in arrivo subiscono controlli severi e precise analisi sulla presenza di formaldeide; purtroppo non c’è la stessa severità in Italia per le merci provenienti dalla Cina».
I tessuti Besani sono ovviamente destinati ai clienti cinesi più facoltosi, che conoscono bene l’importanza della qualità di ciò che si indossa a tutela della propria salute.
Tutti i tessuti prodotti nello stabilimento di Besnate sono tracciabili e identificabili come 100% italiani, con un’etichetta che viene rilasciata a clienti, la quale certifica che si tratti di tessuto filodiscozia alta qualità made in Italy. «Pochi sanno che il 70% dei tumori della pelle è causato dai vestiti che si indossano – spiega Riva – la pelle assorbe molto più facilmente le sostanze chimiche dannose rispetto allo stomaco o all’intestino».
La Besani ha deciso di richiedere, a proprie spese, una certificazione ancora più stringente che riguarda la protezione ambientale, la salute e la sicurezza dei lavoratori, l’etica e la sicurezza chimica dei prodotti; i risultati arriveranno il prossimo 21 novembre.
Tutelare la qualità e la sicurezza del made in Italy è fondamentale per le nostre imprese. «Non è possibile che sia sufficiente mettere un bottone in Italia per spacciare per made in Italy un prodotto in realtà realizzato all’estero» conclude l’imprenditore varesino.