di Luca Ielmini
Domenica, in provvisorio esilio a Cassano Valcuvia, parte il Rugby Varese tornato in B. Arriva il Cus Genova (15.30). L’anno che sarà con gli occhi di Stefano Malerba, al suo primo torneo da presidente biancorosso.Malerba, il Rugby Varese che gioca in Valcuvia: chi l’avrebbe mai immaginato?Vero, impensabile fino a poco fa. Ma non è casuale: c’è una bella realtà che sta crescendo. Noi siamo loro amici.San Siro verso il tutto esaurito per Italia-Nuova Zelanda di metà novembre. Uno stadio del calcio esaurito per una sconfitta sicura: curioso, no?È uno spettacolo. Il rugbista va al campo per la partita, non perché si aspetta di vincere. Poi, è anche facile che in realtà la gente vada a vedere gli All Blacks.Altri sport emergenti guardano con invidia alla visibilità del rugby. Invidia giustificata?No. Se facciamo caso ai risultati più recenti, non ci sono Federazioni in Italia che stiano bene. Ma è frutto della logica della promozione del vertice a scapito dei vivai. Alla fine, dimenticarsi identità e senso di appartenenza non paga. Neanche ad alto livello. Figuriamoci in sport come il rugby in cui servono attributi fuori dal comune.Passiamo al Varese: parliamo di obiettivi o è prosaico?Parliamone: nel medio periodo puntiamo alla serie A con una squadra interamente varesina. Senza snaturarci.A questo proposito: è arrivato Yari Dubini, un ragazzo che ha giocato anche in Top Ten…Yari è di Venegono. Ha fatto una scelta di vita: continuare a girovagare per l’Italia
per contratti che non lo faranno vivere di rendita o trovarsi un lavoro a casa e giocare col Varese per divertirsi? Ha scelto la seconda. Intanto, la coppia tecnica Borghetti-Tallarino è alla guida della squadra per il nono anno: come fanno a durare tanto?Siamo un po’ atipici, è vero. Non ci siamo mai neanche messi lì a discutere di conferma o meno. Sono preparati, hanno ottenuto risultati, sono semplicemente Borghetti e Tallarino. Anche Ferguson guida il Manchester United da quasi trent’anni e non lo fa affatto male.La squadra si allena a San Fermo: sarà il luogo di una futura cittadella del rugby?È quel che vorremmo. Il Comune ci ha concesso l’area e dovremmo valorizzarla con due campi, una club house e altro ancora. Un lavoro lungo e faticoso.In futuro basta Levi di Giubiano?È prematuro rispondere. Comunque a Giubiano c’è il nostro cuore.C’è qualcosa che il Varese deve imparare dalle altre società cittadine?Molto, soprattutto sul piano organizzativo.Qualcosa che il Rugby Varese ha insegnato?Insegnato no, ha offerto tre spunti: fare risultati sportivi puntando sul senso di appartenenza, coniugare sport e impegno sociale, mandare in campo atleti-volontari che giocano gratis.Coach Borghetti è anche scrittore: che libro scriverà sulla stagione che parte domani?La storia del Varese che raggiunge la serie A. Ma ora come ora è un bel sogno.Sulle felpe che furoreggiano in città, c’è scritto “101% Rugby Varese”: che cos’è quel 101%?Senso di appartenenza. Il 100% non basta.
a.confalonieri
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