Un nuovo, drammatico episodio si è verificato a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove le forze israeliane avrebbero aperto il fuoco nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti umanitari, provocando la morte di almeno 30 palestinesi e il ferimento di oltre 120 persone. Lo riferisce l’emittente Al Jazeera, citando fonti locali.
In un attacco separato, avvenuto nei pressi del Corridoio di Netzarim, nella parte centrale della Striscia, un’altra persona è rimasta uccisa e una seconda ferita in seguito a un’azione dell’esercito israeliano (IDF).
Il governo di Gaza, in una dura dichiarazione riportata sempre da Al Jazeera, ha condannato l’accaduto parlando di «trappole mortali» mascherate da punti di soccorso. «Le uccisioni riflettono la natura di queste aree come punti di morte e non come centri umanitari — si legge nella nota —. È in atto un uso sistematico e deliberato degli aiuti come strumento di guerra, impiegato per radunare civili affamati in zone esposte e sotto controllo militare, con il supporto finanziario e politico degli Stati Uniti, che condividono la responsabilità morale e legale di questi crimini».
L’attacco rappresenta l’ennesimo episodio di violenza in un conflitto che continua a causare un numero sempre più alto di vittime civili, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza.