Reguzzoni: il messaggio sul tessile resta vivo – l’indignazione dopo il comizio interrotto

Il comizio di Marco Reguzzoni a Busto Arsizio è stato interrotto – senza ragione – dai vigili. «Si vede che faccio paura. Ma vorrei che i riflettori si accendessero sulle mie proposte per il tessile, le imprese e i lavoratori»

Il candidato Marco Reguzzoni, presidente dei Repubblicani e candidato alle elezioni Europee nelle liste di Forza Italia, ha espresso indignazione dopo che il suo comizio a Busto Arsizio è stato interrotto dai vigili senza apparente motivo. Reguzzoni ha dichiarato che questa interruzione evidenzia il tentativo di intimidirlo, ma si è detto determinato a riproporre l’evento nelle prossime settimane. La verifica effettuata dalla polizia locale ha confermato la completezza dei documenti organizzativi.

«Evidentemente faccio paura. Però non capisco la cattiveria di chi si è impegnato per impedirmi di tenere come avrei voluto il comizio nel centro della mia Busto Arsizio, mandando i vigili a controllare documenti che erano regolarissimi».

Reguzzoni ha espresso rammarico per il fatto che l’incidente abbia offuscato il suo messaggio politico, incentrato sul settore tessile e sull’importanza di difendere le imprese e i lavoratori. Durante il comizio, aveva sottolineato l’importanza di sostenere l’industria tessile, parte integrante della storia della città, e aveva proposto nuove iniziative per proteggere questo settore in declino.

«Questa industria è la storia della nostra città – aveva detto – e abbiamo il dovere, dopo aver vissuto su quelle glorie, di continuare a difendere un’eccellenza che ha cercato di resistere agli attacchi sleali. Come feci con la legge Reguzzoni-Versace per l’etichettatura Made in Italy, in Europa voglio tradurre quelle istanze in un nuovo e moderno regolamento. Il tessile negli ultimi anni ha perso mezzo milione di addetti, ora bisogna difendere chi ha tenuto botta per fermare lo stillicidio, imponendo che le regole che valgono per i nostri imprenditori siano le stesse applicate ai turchi, gli egiziani e ai cinesi. La stessa linea deve valere a tutela di tutto il nostro settore produttivo e lavorativo». 

Tuttavia, la sua esposizione è stata interrotta prima del previsto dall’intervento della polizia locale, che ha riscontrato che l’intera organizzazione dell’evento era in regola. Reguzzoni ha sottolineato l’importanza di una politica basata sull’approfondimento e sul dialogo, non solo su slogan e post sui social media.

«Ciò che mi dispiace davvero – spiega Reguzzoni – è che certe vicende, così stupide e meschine, facciano passare in secondo piano i contenuti del mio messaggio politico. Chi si candida, in questo caso per l’Europa, dovrebbe cercare di convincere l’elettorato con le idee e le proposte. So che oggi si preferiscono post e slogan, ma io continuo a credere in una politica fatta di approfondimento».

Reguzzoni ha, infine, enfatizzato l’importanza di mantenere l’onestà intellettuale e la capacità di agire concretamente per rispondere alle esigenze dei territori rappresentati.

«Avrei preferito che chi si è preso la briga di fare questa cattiveria – conclude il candidato di Forza Italia – avesse il coraggio di venire personalmente a controbattere alle mie proposte. La campagna elettorale rappresenta la parentesi di un mese, ma poi restano le persone, la loro onestà intellettuale e la loro capacità di fare qualcosa di concreto per rispondere alle esigenze dei territori che le scelgono per rappresentarli».

L’episodio ha sollevato polemiche sulla libertà di espressione e ha evidenziato la necessità di un dibattito politico basato sul confronto di idee e proposte concrete.