Risparmio, Giorgetti: “Agli italiani serve educazione finanziaria”

Il ministro dell'Economia a Milano Finanza: "Occorre anche una grande operazione culturale rivolta per cittadini e imprese"

VARESE – Servirebbe un roadshow per illustrare agli italiani e alle imprese italiane le novità e le opportunità sul fronte degli investimenti a Piazza Affari e nei Pir, i Piani individuali del Risparmio. E’ quanto afferma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che in un colloquio con Milano Finanza, pubblicato sul giornale oggi in edicola, evidenzia che l’educazione finanziaria “è fondamentale”.

Per avvicinare di più il risparmio degli italiani ad investimenti che potrebbero definirsi sovrani, più legati all’economia e alla finanza nazionale, non bastano le misure fiscali e le necessarie semplificazioni. Occorre anche una grande operazione culturale. “Oltre all’applicazione delle raccomandazioni incluse nel libro verde sui mercati finanziari, a misure di semplificazione e a ulteriori misure di incentivo come il bonus IPO – afferma Giorgetti – è necessario fare cultura in merito, mostrando alle aziende quali sono i vantaggi derivanti dall’accesso ai mercati. Un roadshow lungo il territorio nazionale, per parlare direttamente alle imprese, sarebbe il canale ideale”.

Nel colloquio, per favorire una maggiore capitalizzazione della Borsa italiana, il ministro afferma che “rimanendo nell’ambito borsistico sicuramente l’obiettivo può essere raggiunto semplificando l’accesso ai mercati, agevolando il passaggio delle quotate su EGM (Euronext Growth Milan, ndr) al mercato principale e creando degli incentivi alla capitalizzazione”. Per coinvolgere l’enorme risparmio italiano – spiega poi il ministro – alcuni incentivi già esistono, per esempio quelli fiscali sui Pir e i Pir alternativi. Ovviamente dobbiamo sviluppare ulteriori strumenti e incentivi per facilitare l’investimento”.

Per Giorgetti però, accanto agli incentivi, “è necessaria una solida opera di divulgazione, compresa l’educazione finanziaria: se in Stati molto simili al nostro per tradizione e cultura c’è una maggior propensione all’investimento rispetto all’Italia, questo è dovuto anche a una forma mentis che si è tramandata negli anni”.