Milano, 20 gen. (Apcom) – “Ci stanno rubando il futuro”: lo dicono i quattro lavoratori-studenti da lunedì sera su una balconata all’ultimo piano del Liceo civico serale Gandhi di piazza XXV Aprile a Milano. “Stanno tradendo il nostro desiderio di formarci e migliorarci, siamo saliti qui per difendere il diritto allo studio, occupando l’unico spazio inutilizzato della scuola media che ospita i corsi serali, per dare meno disturbo possibile agli studenti che la frequentano, condividendo la volontà loro e delle famiglie di poter continuare a studiare”.
Erano in cinque, ma un loro collega questa mattina li ha dovuti abbandonare per non perdere il posto di lavoro. Così come tra poco dovrà fare Alfonso, a cui scadono le ferie che si è preso per protestare contro il taglio della sua classe, una delle 17 su 20 che sono state cancellate dal Comune di Milano. Alfonso è il più anziano dei quattro, ha 39 anni e da 17 è impiegato all’Amsa (l’azienda meneghina che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti) e sogna il diploma “per poter svolgere nuove mansioni, magari in ufficio”. Poi c’è Mattia, 20 anni, che per mantenersi lavora part-time in una lavanderia, e due che, dopo la solita trafila di lavoretti più o meno in “nero” sono attualmente disoccupati: il 18enne Davide e il 20enne Edoardo. A vederli sono i classici “bravi ragazzi” che confidano in un diploma che possa aiutarli a trovare un lavoro “vero” e ora vedono questa possibilità compromessa dalla decisione del Comune di chiudere i corsi di liceo Classico, Scientifico e Psicopedagogico, lasciando attive solo le classi con gli “alunni” dell’ultimo anno e lasciando a casa oltre un centinaio di studenti regolarmente iscritti.
Alp
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