Sesso davanti all’ippodromo: non è reato

I difensori dei due amanti imputati, un moldavo e un'ucraina, sono riusciti a smontare le tesi della pubblica accusa: il luogo del "misfatto" era appartato e non frequentato da minori.

VARESE – Non avevano saputo resistere alla passione e ciò era valsa loro una denuncia: due cinquantenni, lui operaio moldavo sessantenne e lei badante ucraina di 53 anni, entrambi residenti in provincia, avevano letteralmente svegliato i residenti della zona tra via Albani e viale Ippodromo, a poca distanza dall’ingresso delle Bettole.

La coppia non si era fatta troppi problemi a consumare un rapporto sessuale completo, dopo essersi denudata, su una panchina del parchetto di largo Martiri della Libertà (“profanando”, secondo la pubblica accusa, il piccolo monumento ai “martiri delle Bettole”, i caduti varesini della resistenza) di fronte all’ingresso delle Bettole.

I carabinieri erano intervenuti su segnalazione dei residenti che temevano si stesse consumando una violenza sessuale: nulla di tutto ciò, perché i due amanti focosi erano del tutto consenzienti. I militari avevano quindi invitato i due a rivestirsi, procedendo poi alla loro identificazione e ai provvedimenti di rito.

Oggi, martedì 4 ottobre, durante l’udienza preliminare, i difensori degli imputati, gli avvocati Bartolomeo Catalano e Daniele Ferrò, hanno ricostruito la vicenda sostenendo che il luogo dove era avvenuto il rapporto non fosse quello indicato nel capo d’imputazione, ma, nonostante vicino all’ippodromo, fosse appartato e non frequentato da minori. Inoltre i difensori hanno ritenuto non provato il dolo del reato.

Il giudice, Alessandro Chionna, dopo breve camera di consiglio ha assolto gli imputati perché il fatto non costituisce reato.