«Siamo più deboli dello scorso anno. Ma c’è Bettinelli»

Intervista di Alberto Coriele alla bandiera del Varese Angelo Rea

La pallottola che mi ucciderà non è ancora stata forgiata, disse Napoleone. Tantomeno quella che metterà ko il Varese.
Contro la Pro Vercelli è arrivato un pareggio che, seppur acciuffato al minuto 90 più spiccioli, ha lasciato l’amaro in bocca. Ma nulla è perduto. Angelo Rea ha già la testa alla prossima sfida contro il Livorno, contro i due freschi ex di turno, Bastianoni e Rivas. Ma torna con la mente a quanto successo sabato.

Noi chiaramente volevamo vincere e ci abbiamo provato fino alla fine, giocando anche una buona partita. Però come sempre accettiamo il responso del campo. Considerando che abbiamo pareggiato nel finale, si potrebbe dire che è un buon punto, ma alla luce di quanto visto in campo, potevamo sperare nei tre punti. Ma è andata così, la testa è già alla sfida di sabato contro il Livorno.

Si, anche perchè vincere aiuta a vincere, e soprattutto ti permette poi di lavorare durante la settimana meglio e con più serenità. Ma questo grande gruppo sta dimostrando ogni giorno di più che è in grado di andare oltre le aspettative di tutti, perchè riusciamo sempre a tirare fuori quel qualcosa in più anche quando la gente attorno a noi non ci credeva. Il nostro campionato per ora è positivo, e continueremo su questa strada, che è quella giusta.

Io penso che se la società avesse potuto, ne avrebbe presi anche di attaccanti. Credo che chi di dovere ci abbia provato, con le risorse a disposizione. Non è arrivato, ma va bene lo stesso, perché noi albi non ne creiamo, nonostante siano partiti anche Lupoli e Petkovic. Al posto loro sono arrivati dei ragazzi seri, che si stanno allenando alla grande. A prescindere dal mercato, noi contiamo assolutamente sulle nostre potenzialità. Sarà difficile, lo sappiamo, però noi abbiamo una forza che altri non hanno.

Siamo un grande gruppo, composto da grandi uomini ancor prima che grandi giocatori. E questo fa la differenza. La stagione scorsa probabilmente la rosa era più forte, ma abbiamo fatto un campionato mediocre proprio perché non è scattata la molla giusta. Quest’anno non molliamo mai, e la stagione è positiva finora, nonostante siamo ancora invischiati nella lotta per non retrocedere.

C’erano delle trattative aperte, questo è vero. Alcune squadre si erano interessate a me, parlando anche con il mio procuratore, ma la società mi ha fatto sentire importante, mi ha esplicitamente detto che contava su di me, e questa cosa mi ha inorgoglito. Ho deciso quindi che fosse giusto continuare assieme, perché credo sia giusto ricambiare la fiducia. E soprattutto perché a Varese sto bene, e credo in questa squadra.

Come noi, hanno capito subito a quale fortuna sono andati incontro. Mister Bettinelli è importante per noi quanto lo è già per loro che sono nuovi, è bello essere allenati da lui. Perché ti dà fiducia, ti fa sentire importante. E per un uomo, ancor prima che un calciatore, è un aspetto fondamentale, che fa piacere. Poi i ragazzi si sono messi subito a disposizione con la mentalità giusta e quelli che sono subentrati sabato sono stati decisivi. Sono già parte di questo gruppo, hanno già capito cosa significa giocare a Varese. Leggo tanto pessimismo attorno a noi, ma io vi dico che ci toglieremo grandi soddisfazioni e faremo ricredere gli scettici.

Luca è un grande e non mi stancherò mai di ripeterlo. Sabato sera, dopo la partita sono andato a trovarlo assieme a Nunzio Di Roberto, che nei mesi in cui è stato a Varese, ha instaurato con lui un grande rapporto. Nunzio si è fermato a cena da me dopo la partita, perché anche le nostre famiglie hanno legato, e appena ha saputo che Luca era stato male, si è fatto accompagnare in ospedale a trovarlo. Io volevo portare a Luca una vittoria, gliela avevo promessa, sarà per sabato.