Smog a Milano, l’Ordine dei medici contro Sala: “Divieti che non funzionano, ma fanno cassa”

Il presidente Roberto Carlo Rossi: "Si è puntato solo sulla limitazione della mobilità privata, mentre, a quanto pare, non è propriamente quello il campo in cui è davvero necessario intervenire con urgenza"

MILANO – “Quando ci si approccia ai problemi che riguardano la salute come l’inquinamento atmosferico, e quando si prendono decisioni politiche che mettono in campo molte risorse pubbliche, bisogna sempre farlo con una logica scientifica. Altrimenti si rischia di approvare norme che hanno solo risonanza elettorale o che mancano il bersaglio. Il caso emblematico di Milano ci dimostra questo: abbiamo una serie di divieti ‘anti-inquinamento’, che non funzionano come dovrebbero”. “Si è puntato solo sulla limitazione della mobilità privata,

mentre, a quanto pare, non è propriamente quello il campo in cui è davvero necessario intervenire con urgenza .Si percepisce, invece, la necessità di ‘fare cassa’ in modo facile sulle tasche di chi è già in difficoltà e si trova costretto a cambiare automobile”. E’ la riflessione del presidente dell’Ordine dei medici di Milano, Roberto Carlo Rossi, che commenta i dati e gli studi discussi oggi alla Conferenza RespiraMi, co-organizzata dalla Fondazione Menarini in collaborazione con Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, e dall’Imperial College di Londra, con il patrocinio dell’Associazione italiana di epidemiologia.

A Milano, prosegue Rossi, “si è arrivati ad imporre una tassa di 7,5 euro per accedere al centro. Si bloccano molti accessi anche in zone periferiche con l’area B, anche per chi svolge un servizio pubblico come il medico (per visitare un paziente a domicilio, o per semplicemente andare al lavoro in ospedale). A meno che, naturalmente, non si decida di rottamare auto perfettamente funzionanti per sostituirle con costosi veicoli elettrici o ibridi”.

“Ci auguriamo, come medici, che questi numeri e questi studi diffusi oggi nel corso di RespiraMi (non certo i primi a certificare questa situazione) servano davvero alle amministrazioni pubbliche per ritarare le loro scelte ambientali, valutando seriamente le reali fonti di inquinamento nelle grandi città, senza accanirsi sul solo problema della mobilità privata e puntando anche su una maggiore educazione civica e sanitaria nelle scuole – conclude il presidente di Omceo Milano – Solo così i futuri cittadini impareranno a non sprecare risorse e a rispettare l’ambiente in cui vivono”.