Busto, elezioni 2011 Gianpiero Rossi: ci sarò

BUSTO ARSIZIO Lo sguardo di Gianpiero Rossi va avanti. Dal Bistrot del teatro, di fronte a una tazza di caffè, prima si punta sul cuore di piazza Plebiscito: «Non ho cambiato idea sul monumento ai Caduti. Meglio qui». Poi si spinge alle elezioni. Il sindaco emerito, che ha lanciato gli Indipendenti di centro a Busto, ci sarà. Come, è da vedere.
Intanto si è annotato un appuntamento: la presentazione del libro di Ciapparella martedì. Letto e soppesato?
Esporrò

il mio pensiero politico e tecnico, premesso che il libro trasuda amore per Busto. Penso che quando uno è alla fame, come i poveri immigrati, non sarà contento di un lavoro nero, ma deve accettare tutto. Oggi Busto deve svendere la propria libertà per poter economicamente sopravvivere. E il 70 per cento nelle casse viene dagli introiti sugli oneri di urbanizzazione. E’ ormai una necessità…
Necessità pericolosa?
Già. Manca l’indipendenza: senza devi accettare ciò che non vuoi e non realizzare i suoi sogni.
E che cosa dovrebbe fare la politica?
Programmazione, portare avanti l’idea di sviluppo. Nella zona industriale ho visto un’azienda veramente all’avanguardia, con 100 dipendenti e una decina di ingegneri che progettano. Questa è la città. E la politica? Chiude il centro di ricerca della tecnocity, il Centrocot torna a Sant’Anna, si pensa di chiudere anche Malpensafiere. E dove mettiamo i nostri gioielli? Diventiamo tutti immobiliaristi? E’ vero, abbiamo lasciato tutto in mano al singolo.
A Busto non va forse bene così?
In Italia il 40 per cento non va più a votare. Così non si cambia niente. Ho vissuto anni belli, confronti ideologici. Quando ci siamo ingessati col Caf, basta, ecco il malcostume. Oggi si rivive quella politica ingessata. Un tempo i migliori professionisti, gli imprenditori si prendevano la brigare di fare politica, adesso si fa il politico di professione…
La Lega non esclude di correre da sola a Busto. Lo considera possibile o sta alzando il prezzo con il Pdl?
E’ una strategia, da sempre. Quando guadagna voti, chiede mercato. Quando perde, tutto è dimenticato. Si sta mercanteggiando anche sull’ospedale. Zoia, il dg attuale, ha fatto tanto per Busto. Conta questo, non dire: quella parte ha perso, tocca a noi.
Con Pdl-Lega insieme, non c’è storia alle elezioni, no?
C’è speranza, sempre. Spero in un’opposizione, diversa da quella uscente. Spero nel granello di senape che cresca, spero di mandare qualcuno in Consiglio che riesca a cambiare qualcosa… Tipo: basta discussioni solo in commissione, quasi di nascosto, e minuti contati in Consiglio. Con i miei ragazzi, dei quali vado orgoglioso, stiamo portando avanti un’azione politica diversa. Abbiamo incontrato l’Unione italiana, stiamo avendo un grande successo, ci stiamo ampliando, ad esempio in Valle, a Cassano, nel Varesotto. Mi hanno telefonato da Pavia, sa?
Obiettivo che si pone?
Mi interesserebbe fare l’opposizione, non il sindaco…
In prima persona allora?
Lei mi vuol far dire se mi candido… vede, di certo ci sarò, nel senso che ci sarà una lista Rossi. Le mie idee. Poi vedremo. Nel caso, dovrei fare il tagliando come lo feci tanti anni fa…
Come Regalia nella Pro Patria: solo di 5 anni, invece che di 4… Sarà l’estate più importante per il centro storico dopo 18 anni. Il suo auspicio?
L’intervento in piazza Vittorio Emanuele va fatto, doveva essere fatto anni fa. Ma cambiare destinazione del monumento non incide. Guardi piazza Plebiscito, ha un cannocchiale… Non incaponitevi, confrontatevi.
Marilena Lualdi

m.lualdi

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