Rolex, truffa da 50mila euro Ecco chi sono i protagonisti

GALLARATE La truffa che quattro varesini hanno tentato ai danni di un gioielliere potrebbe fornire lo spunto per la trama di un film di genere, di quelli che… i malviventi sono dei simpatici ribaldi che comunque la fanno franca, e finiscono per godersi il bottino in dolce compagnia all’ombra di una palma in qualche località esotica. Mentre i truffati sono degli allocchi che in fondo meritano di essere derubati. Ma la realtà non è fiction, e diversamente che al cinema,

i gioiellieri sono persone molto più accorte di quanto si pensi. E non basta un e-mail per raggirarli. Né la pensata di giocare sui tempi stretti (o dilatati, non si capisce mai bene, in realtà) dei bonifici bancari. Nemmeno se c’entra un avvocato: proprio così, in manette è finita una toga gallaratese di 42 anni con studio a Busto. Vi è anche lui tra gli ideatori di un raggiro che, se fosse andato in porto, avrebbe fruttato la bellezza di 50mila euro. O meglio, due lussuosissimi orologi Rolex che erano in vendita in una gioielleria di Riccione a quel prezzo. I carabinieri del posto non hanno fornito le sue generalità, se non il particolare appunto che si tratta di un legale.

Con lui, sabato pomeriggio, sono finiti in carcere anche tre suoi complici, tutti e tre pregiudicati: un 49enne di Ferno, un 45enne di Lonate Pozzolo e una donna di origine rumena di 36 anni, residente a Cassano Magnago. Tutti ritenuti responsabili in concorso tra di loro, di truffa aggravata. Ora si trovano nelle case circondariali di Rimini e Forlì, a disposizione dell’autorità giudiziaria di Rimini, in attesa della convalida dell’arresto.

Secondo quanto emerge, l’arresto è avvenuto proprio all’uscita della gioielleria Nautilus di Riccione, in viale Dante 39, dove il gruppetto sabato si era recato per ritirare i due orologi. Due giorni prima un uomo avrebbe contattato telefonicamente il titolare del negozio, concordando l’acquisto dei due Rolex al prezzo appunto di 50mila euro, richiedendogli le coordinate bancarie per effettuare il versamento.

Il giorno successivo, venerdì, lo stesso uomo faceva pervenire via e-mail la copia del bonifico, precisando che il ritiro degli orologi sarebbe avvenuto nella mattinata di sabato. Ma il titolare della gioielleria si è insospettito, e si è rivolto ai carabinieri, i quali gli hanno detto di assecondare le richieste che provenivano dall’acquirente, preparando un servizio di osservazione nei pressi della gioielleria. Intanto è stato accertato che la copia del bonifico era un falso. Sabato alle 5 del pomeriggio i quattro si sono presentati in negozio, rivendicando la consegna dei sue orologi: al che sono intervenuti i carabinieri, proprio all’atto del passaggio di mano tra l’orefice e i quattro varesini, arrestandoli in flagranza. Sono in corso accertamenti per identificare il complice che ha condotto la trattativa telefonica.

Franco Tonghini

e.marletta

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