Ha pagato la multa più di un anno fa. Ma a nessuno risulta

Beffa senza fine per Antonia Calabrese. La sanzione che aveva saldato, con lo sconto, entro cinque giorni, non solo non viene riconosciuta dalla burocrazia ma le costa pure un’ulteriore penalizzazione

Si parte da una semplice multa e si arriva all’incertezza più assoluta, quel sentimento che ti fa sentire piccolo piccolo davanti a degli ingranaggi enormi impossibili da controllare. È un muro di gomma contro cui il cittadino – convinto di aver agito nel bene – rimbalza e perde fiducia. E – come dicono i francesi – un po’, giustamente, si incazza.

Storia di Antonia e della sua contravvenzione per mancata esibizione del tagliando orario della sosta. Tutto inizia nel marzo del 2014: lascia parcheggiata la sua vettura in viale Aguggiari senza passare dal parcometro; passano gli ausiliari della sosta e scatta la multa, sacrosanta. Su quella sorta di lungo “scontrino” che viene lasciato in questi casi sul parabrezza, oltre all’ammontare del debito nei confronti dello Stato, sono riportate anche le modalità per il pagamento in forma ridotta della sanzione, da effettuare entro cinque giorni: si tratta di un discreto sconto a disposizione dei trasgressori più zelanti e penitenti, da 41 euro a 28.

«Ho quindi deciso di pagare immediatamente – racconta oggi Antonia – recandomi in un’agenzia postale di viale Valganna, regolarmente abilitata come Istituto di pagamento, per corrispondere il dovuto. Non è la prima volta che utilizzo questo servizio: per me è comodo, ci vado anche per saldare le bollette». Passano alcuni mesi, siamo a giugno 2014, e a casa della cittadina arriva il verbale dell’episodio. Anche qui, nulla di strano: è la prassi e poi Antonia ha in mano la sua ricevuta di pagamento,

quindi è sicura di non dover scontare ulteriori problemi. I sacri misteri della burocrazia, però, hanno in serbo una sorpresa che – come tutte le sorprese che si rispettino – si manifesterà a scoppio ritardato. Luglio 2015: al domicilio della signora giunge un altro verbale e questa volta non ha nulla di normale. Nel documento – intestato Comune di Varese – si avvisa della mancata estinzione pecuniaria della sanzione: la multa non solo non risulta pagata entro i cinque giorni previsti per la misura ridotta, non risulta pagata tout court.

Ne consegue il raddoppio del minimo edittale rispetto all’originario e l’intimazione a provvedere il prima possibile, pena l’emissione della cartella esattoriale di Equitalia. Antonia cade dalle nuvole e cerca di correre ai ripari. Come ogni essere umano dotato di senno, si presenta al comando della Polizia Locale ed esibisce la ricevuta, convinta di risolvere il tutto, almeno in extremis. Speranza vana: «Come prima cosa mi hanno detto che il pagamento è stato registrato il giorno dopo la scadenza e che non conta la ricevuta, ma la data di registrazione. Poi mi hanno contestato di essermi rivolta all’agenzia postale in questione. Tutto ciò è assurdo: non ho colpa alcuna». Il dubbio è tra fare ricorso al giudice di pace o pagare e lasciare perdere. Il dubbio numero due viene a noi: Antonia è l’unica cui è accaduto un contrattempo del genere?