«Io, mamma di tre figli Per me scuola è un incubo»

Questa è la storia vera di una mamma varesina – la chiameremo Lucia per ragioni di riservatezza – che fatica a tirare la fine del mese. Una situazione sempre più frequente nella nostra città, che colpisce famiglie fino a poco tempo fa senza particolari problemi economici. La signora ha quattro figli dai tre ai diciassette anni, è italiana e fino all’anno scorso lavorava regolarmente come aiutocuoca in un ristorante.

Improvvisamente il locale chiude e Lucia si trova senza lavoro. I due figli piccoli di Lucia frequentano l’asilo e la scuola primaria; i grandi le superiori. Per questi ultimi sarebbe meglio usare il passato, perché Lucia non può più permettersi di mantenerli agli studi.

«La scuola è obbligatoria fino ai sedici anni: lo Stato dovrebbe quantomeno agevolare le famiglie con difficoltà. Dall’Isee risulta il reddito dell’anno scorso, mentre in realtà ho finito di lavorare nel dicembre del 2013; pur essendo in prima fascia, non ho alcun tipo di riduzione sulla mensa dell’asilo, unico pasto che quest’anno posso permettermi». Permettersi è una parola grossa nel caso di Lucia. Il marito, rimasto senza lavoro per qualche tempo, oggi ha uno stipendio di operaio che non copre tutte le uscite di casa.

«Pago un affitto di 550 euro; ho appena traslocato da una situazione più onerosa. Tolte le bollette, la scuola, gli imprevisti non mi rimane nulla o quasi per vivere. Non arrivo nemmeno alla terza settimana del mese».

Il figlio maggiore ha lasciato la scuola al secondo anno di meccanica; iscritto al collocamento, essendo minorenne non riesce a trovare un’occupazione. Solo la figlia quindicenne ha diritto al buono scuola. «250 euro che ho speso in cartelle perché erano tutte rotte e pagando gli arretrati della mensa del più grande: non è avanzato nulla. L’anno scorso c’era anche per le elementari ma quest’anno il Comune non ha soldi».

La ragazzina frequenta il Cfp a Bizzozero. «Appena avrà 16 anni la ritirerò, non riesco a mantenerla. Verrà bocciata, non le posso comperare i libri. A volte non riesco nemmeno a farle l’abbonamento per l’autobus: mi ha portato tre multe a casa, che non ho ancora pagato».

Lucia ha trovato da qualche settimana un piccolo lavoro in regola per tre ore al giorno. «Vado anche a stirare o a fare i mestieri in casa d’altri. Cucino semplice e nostrano ma anche qui è dura: a volte rimango senza lievito per fare una torta. Ai servizi sociali ho presentato le bollette arretrate del gas e della luce: ho subito anche l’abbassamento, non potevo nemmeno fare le lavatrici. Recentemente ho saldato un debito di 900 euro. Mio padre mi aiuta quando vede che non ce la facciamo più ma è umiliante e i ragazzi scontano la nostra tristezza».

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