Violenza domestica Ma la vittima è il marito

Ancora un caso di violenza domestica: questa volta, però, è stata la moglie ad aver avuto la mano pesante. La donna, varesina di 44 anni, incensurata, ha perso completamente la testa aggredendo il marito a calci e pugni.

La vittima, il consorte ha 46 anni, è finita in ospedale: per lui dieci giorni di prognosi a causa dei traumi e delle lesioni riportate nel pestaggio.

La donna è stata denunciata dai carabinieri della stazione di Varese per lesioni e danneggiamento. Perché l’ira violenta, prima di abbattersi con dolorosi effetti sul marito, ha colpito l’abitazione dove la coppia risiede. La signora ha spaccato tutto: nella lite furibonda ha distrutto suppellettili, utilizzate anche come munizioni da scagliare contro il compagno, e mobili.

Il marito, pare annichilito dal comportamento tenuto dalla consorte, non avrebbe avuto la forza, e probabilmente neanche la voglia, di reagire. Ha subito cercando di sfuggire all’ira della donna e di difendersi senza fare male alla moglie.

Non è chiaro se la “non reazione” sia dovuta a un gesto d’amore oppure a un calcolo: così facendo, infatti, la donna è automaticamente passata dalla parte del torto.

E il regolamento, giudiziario, di eventuali conti in sospeso ora vede l’uomo in vantaggio. La causa scatenante di tanto furore non è ancora stata chiarita del tutto. Per la donna il comportamento tenuto è un anomalia: mai un episodio d’ira, un carattere controllato. Dei coniugi i carabinieri non avevano mai sentito parlare prima dell’altra sera: non ci sono mai stati, insomma, maltrattamenti o litigi violenti.

O quanto meno non sono mai stati segnalati né dai diretti interessati né dai vicini di casa. Il movente sarebbe del tutto personale. Insito nella coppia: pare che si tratti di una sfuriata dovuta a gelosia. Forse a un tradimento scoperto dalla donna che, ferita in modo insopportabile, ha perso la testa rimediando una denuncia. Lo stesso consorte non è stato chiarissimo con i militari nello spiegare il perché la moglie lo abbia mandato in ospedale dopo averlo gonfiato di botte.

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