«Solo con le due tifoserie è vero derby. E in campo bisogna mordere le caviglie»

Da Borgaro si è portato a casa buone sensazioni, ma da lunedì Bellorini non pensa ad altro: «L’aria che si respira è quella giusta»

L’attesa per il derby, probabilmente, è essa stessa il derby. Non ci sono dimissioni, presidenti, problemi extra-campo, c’è solo il derby che da queste parti manca da troppo tempo, dal lontanissimo 2010.

È Varese-Como, e quando c’è Varese-Como è bello che si parli solo di calcio, di tifosi, di passione, le sensazioni che realmente animano questo sport. L’anima del derby sono i tifosi più che i giocatori, ed è giusto che siano loro i protagonisti di questo avvicinamento. Ne parliamo con Gabriele Bellorini, per tutti “Lele”, che ci racconta così le sue emozioni a pochi giorni da domenica: «Al tifoso Varese-Como manca e mancava, le ultime trasferte a Como non le abbiamo mai fatte.

Il vero derby, concedetemelo, è quando noi andiamo al Sinigaglia e quando loro vengono al Franco Ossola. Quando non c’è il tifo, quando non permettono ai tifosi di andare in trasferta, diventa quasi una partita come un’altra. Perciò sono contento che vengano da Como, spero che venga data anche a noi la stessa opportunità al ritorno. In questi giorni si respira aria di derby vero, derby vero perché è aperto ai tifosi. Sembra scontato, ma è davvero così».

Reduce dalla trasferta a Borgaro, Bellorini ha buone sensazioni: «Sono rimasto soddisfatto, la squadra mi è piaciuta anche se ha da lavorare. Ci sono grosse potenzialità ma questa è una squadra che si è meritata gli applausi e gli incitamenti fino all’ultimo. Poi si può vincere o pareggiare, fa parte del gioco. Paradossalmente ho apprezzato di più il Varese di Borgaro che quello di Cuneo, che aveva vinto soffrendo e giocando male».

Per il derby però ci vuole qualcosa di più: «Sì, mi aspetto un po’ più di cattiveria in campo, vorrei vedere quel mordente che ho visto nei giocatori del Borgaro. Mi aspetto una prova di carattere e di cattiveria agonistica contro il Como, voglio vedere una squadra che scende in campo per mordere la caviglie agli avversari, un po’ questo è mancato domenica. Dobbiamo avere gli stimoli giusti, dobbiamo far capire che siamo una squadra che vuole vincere il campionato, non possiamo perdere un altro anno in Serie D. Voglio una squadra che usi la spada e lasci perdere il fioretto».

Come detto, non ci sono situazioni societarie, non ci sono presidenti, dimissioni e null’altro, domenica esiste solo il derby: «A me non interessa vedere i presidenti i tribuna, mi interessa solo vedere il Varese in campo. Cambiano ogni 50/60 giorni, l’importante è che ci sia sempre il Varese, il resto è poco importante».