Addio a Viotto, un grande varesino

È morto a 92 anni il pedagogista e filosofo, per un ventennio preside dell’Istituto Magistrale

Se n’è andato Piero Viotto: una lunga vita dedicata al pensiero di Maritain e spesa tra studio, scuola, fede, impegno civile e famiglia.
Il pedagogista e filosofo, classe 1924, è stato docente di pedagogia all’Università Cattolica di Milano ma ha anche guidato per 20 anni il liceo Manzoni di Varese, all’epoca l’Istituto Magistrale. Era considerato, in particolare, uno dei maggiori studiosi e interpreti del pensiero di Jacques Maritain.

Una figura, quella del pensatore parigino e della moglie, che ha segnato la sua vita: da quando se ne appassionò in giovane età, affascinato dal suo “Umanesimo integrale” nella Torino devastata dal conflitto mondiale, passando per la tesi di laurea alla facoltà di Magistero fino alle numerose pubblicazioni – parte di una produzione editoriale poliedrica e ricchissima -. Ad attrarlo era la capacità del filosofo cristiano d’oltralpe di raccordare nel proprio pensiero verità e libertà, fede e ragione, umanesimo e cristianesimo. Persino 92enne, Viotto, continuava nel suo impegno e nei suoi studi, confidando a chi lo ha incontrato recentemente che stava per concludere un altro libro su Maritain: «forse l’ultimo», diceva.

«Mi spiace molto per la sua scomparsa – racconta monsignor Luigi Panighetti, prevosto di Varese –. La sua è una figura ai miei occhi molto significativa, ma credo che valga per molti altri, varesini e non. Ho collaborato con lui e ho incontrato un grande appassionato di cultura, evidentemente in particolare sul versante filosofico, e anche come studioso di Paolo VI a partire dal suo rapporto con Maritain, ma anche come laico cristiano».

In più di un’occasione «in questo anno e mezzo di conoscenza è emersa questa sua attenzione all’identità del laico chiamato a dare un contributo sensibile alla Chiesa e alla società. In questo senso ho percepito come avesse fatto proprie le intuizioni del Concilio Vaticano II».
Con la moglie Giovanna, scomparsa molti anni fa, Piero ha avuto tre figli: Paola, Anna e Alberto. Nonno di sei nipoti, sarebbe diventato bisnonno per la sesta volta a metà

gennaio.
«Il nonno era affezionato a noi tutti. Si è sempre dimostrato generoso e un uomo di grande fede. Se noi abbiamo ricevuto il dono della fede è stato per il suo tramite» ricorda con un dolcissimo ritratto, la nipote Chiara Pedroli. «Siamo sereni. Ci ha sempre spiegato che non avremmo dovuto essere tristi in questo momento. Diceva: “sarò semplicemente al piano di sopra, con la nonna. È morto serenamente, nel sonno e in grazia di Dio. Noi non possiamo che essere grati per la sua vita che è stata una ricchezza e un dono per noi tutti. Ha sempre operato per la nostra crescita nella fede e perché la famiglia fosse unita».

«Partorirò Pietro tra pochi giorni. Avevamo già definito il nome da tempo, ma ora lo legherà ancora di più al bisnonno che è lassù».
L’avevano chiamato Pierino perché era venuto alla luce prematuro: «era nato settimino, per poi diventare, invece, il grand’uomo che era». Domani , verrà recitato il rosario in sua memoria alle 20 nella Basilica di San Vittore. I funerali, invece, si terranno sabato alle 9.15 nella chiesa di San Massimiliano Kolbe, in viale Aguggiari, 140. Per la celebrazione arriverà dalla Spagna, il nipote del professore, don Tommaso Pedroli, sacerdote della Fraternità San Carlo. Piero Viotto sarà poi tumulato in Piemonte, nella sua Pinerolo dove è nato e cresciuto e dove riposa già la moglie.