Il “saluto” di Brazzoli scatena il putiferio

Le mamme in presidio urlano “dimissioni” al dg dell’Asst Valle Olona. E lui risponde alzando il dito medio. Gallera lo difende: «Provocazioni strumentalizzate»

Le mamme combattenti contestano il direttore generale dell’Asst Valle Olona. «E lui ci ha fatto il dito medio». Il Comitato spontaneo permanente Ospedale Angera ora è sugli scudi: «Sia immediatamente rimosso». E l’assessore regionale al Wellfare tenta di gettare acqua sul fuoco: «Gesto sbagliato, ma la polemica è strumentale». Asst Valle Olona dal canto suo rilancia: «Indicava semplicemente i manifestanti che lo stavano insultando come monito a comportarsi diversamente».

Il fatto è accaduto ieri mattina davanti all’ospedale Ondoli di Angera. Alle 11.30 il direttore generale ha raggiunto il padiglione C dell’Ondoli dove era atteso per i tradizionali auguri natalizi ai dipendenti. Qui era presente una delegazione composta da una trentina delle mamme combattenti che lottano al fianco del Comitato spontaneo per l’ospedale di Angera per l’immediata riapertura del punto nascite e del reparto di pediatria.

Un fermo immagine del “saluto” del direttore generale dell’ASST

Un fermo immagine del “saluto” del direttore generale dell’ASST

«Una delegazione – spiegano le mamme – che rappresentava più di 10 mila persone, tanti sono i cittadini che hanno aderito alla protesta». C’è stata una contestazione «civile – aggiungono le mamme combattenti – abbiamo gridato “vergogna” e “dimettiti”. Lui andando via ci ha inequivocabilmente fatto il dito medio dopo averci fotografate. Un gesto inammissibile».

E a fare eco alle mamme c’è tutto il comitato: «Un gesto simile non è eticamente ammissibile. Un manager che si occupa di un ambito così delicato come quello della sanità, stipendiato grazie al denaro pubblico versato da tutti i cittadini, che compie un gesto simile nei confronti tra l’altro di madri incinte non deve dimettersi, deve essere immediatamente licenziato. Ci aspettiamo che Brazzoli venga al più presto rimosso dal suo incarico».

La replica dell’azienda dà una diversa versione dei fatti. «Brazzoli è stato insultato per oltre un’ora – questa la posizione di Asst Valle Olona – non è riuscito nemmeno a fare gli auguri ai dipendenti, ragione per la quale si trovava ad Angera». L’azienda continua: «Nel video si vede il direttore generale che fotografa con il cellulare. Questo perchè alcuni dei manifestanti hanno battuto con forza con le mani sull’auto. Le fotografie sarebbero servite in caso quel comportamento avesse causato dei danni». E sul gestaccio l’azienda spiega: «Nessun gesto d’insulto. Il direttore generale, davanti a quel comportamento, si è limitato a indicare i manifestanti come monito. Come a chiedere di calmarsi, che un comportamento del genere non era ammissibile».

Replica che ha acceso ancora di più gli animi: «Le uniche ad essere insultate siamo state noi» dicono le mamme. «Gesti di questo tipo non dovrebbero mai essere rivolti nei confronti di una donna, men che meno di una donna incinta – ha commentato Gallera – Mi preme però sottolineare che anche un uomo di grande sensibilità come Giuseppe Brazzoli, può perdere la calma e cadere in errore se sottoposto a provocazioni da parte di chi sembra mosso più

da strumentalizzazioni politiche, che non dal tentare di difendere un proprio diritto». E, prosegue l’assessore al Wellfare, «non si comprende il perché del motivo di così tanta veemenza visto che Regione Lombardia ha già dimostrato di essere in prima linea sul tema dei punti nascita e in particolare su quello di Angera». «Lo dimostra il fatto che domani (oggi, ndr) con il presidente Maroni saremo a Roma per discuterne con il ministro Lorenzin – prosegue Gallera – Auspico pertanto che si riacquisti un clima di serenità da entrambe le parti e cessi ogni forma di strumentalizzazione che contribuisce solo a provocare spiacevoli episodi».

Ma i cittadini che chiedono la riapertura dei reparti non ci stanno: «Nessuna strumentalizzazione. Ci siamo detti felici delle parole del governatore Maroni, precisando peró che manterremo il presidio sino a quando dalle parole non si sarà passati ai fatti». E oggi la palla passa direttamente a Roma.