Temporali dopo la siccità, si temono le frane. Bene il lago Maggiore: al 90% di riempimento

Notizie positive e meno buone sulla situazione meteorologica: il livello di fiumi e bacini si è alzato grazie alle piogge di maggio. Ma le precipitazioni violente minacciano i territori più fragili e soprattutto le coltivazioni di primavera

VARESE – Nei primi dieci giorni di maggio si sono abbattuti sulla Penisola 38 violenti temporali dopo un 2023 che nel primo quadrimestre aveva fatto segnare il 15% di precipitazioni in meno, con punte di oltre il 40% al Nord rispetto alla media storica. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Eswd e Isac Cnr in occasione dell’allerta meteo gialla in 12 regioni e rossa in Emilia Romagna. Una regione dove a preoccupare ora sono le frane e le piene dei fiumi con terreni e argini indeboliti dalla recente alluvione, tanto che nelle zone più a rischio sono state effettuate evacuazioni.

Le precipitazioni del mese di maggio hanno innalzato il livello dei fiumi con il Po più alto di oltre 70 centimetri rispetto al mese scorso e fa segnare -2,80 centimetri al Ponte della Becca, mentre il lago Maggiore ha una percentuale di riempimento del 90%, quello di Como del 68% e quello di Garda del 47%. Città e campagne della Romagna dove sono finiti sott’acqua un migliaio di ettari di coltivazioni, secondo il monitoraggio della Coldiretti. Kiwi, albicocchi e peschi sono le piante più sensibili e rischiano l’asfissia radicale per il ristagno dell’acqua, mentre per colture come ortaggi, mais e grano potrebbe andare persa la gran parte del raccolto. Una situazione che rischia di mandare in crisi una intera filiera fatta di agricoltura e delle aziende di trasformazione della frutta e degli ortaggi che fanno della Romagna la fruit valley italiana.