Trovato a Baveno l’oro della contessa

Ladri d’opere d’arte: la Digos della questura di Varese recupera refurtiva per un milione di euro. «Sono stati bravissimi – commenta la contessa proprietaria della splendida villa di Casciago depredata – Spero che riescano a recuperare tutto».

Il furto, infatti, aveva fruttato ai ladri un bottino complessivo da più di tre milioni d’opere d’arte. «In Italia non c’è democrazia – spiega la vittima – La polizia ha fatto un lavoro eccezionale. Poi però scopri che queste persone prenderanno, se va bene, sei mesi. Ecco perché in questo meraviglioso Paese, dove gli italiani sono splendidi, i furti sono una piaga. Ai ladri conviene rubare. Dovrebbero cambiare la legge».

Oggetti di ogni tipo

L’indagine della Digos ha preso l’avvio da un altro furto: «Avvenuto a Viggiù, sempre ai danni di una villa d’epoca. Il bottino, anche in quel caso, erano state delle opere d’arte – ha spiegato ieri , primo dirigente della Digos, insieme al capo di gabinetto – Da quell’episodio abbiamo ricostruito tassello dopo tassello l’attività di questi ladri ricettatori, specializzati in questo tipo di colpi».

In prima battuta furono denunciate tre persone, tra i 25 e 60 anni, tutti varesini con precedenti specifici. «Oggi gli indagati sono una decina, li stiamo controllando tutti. L’inchiesta ha portato alla luce sul territorio l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione di opere d’arte».

Il bottino recuperato nelle scorse ore «è stato trovato in un garage a Baveno, nel Verbanese – ha continuato Solla – Un garage nelle disponibilità di uno degli indagati. La nostra perquisizione ha confermato la validità degli accertamenti». In quel garage c’era di tutto: pezzi d’argenteria d’epoca (parliamo di chilogrammi d’argento), preziose tele in bilico tra il ’500 e il 1920, oggetti in avorio, vasi bordati in oro, mobili antichi del valore di quasi 20mila euro ciascuno. Oltre a carte di credito e documenti ora al vaglio degli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero .

«Mi sento violentata»

«Sono oggetti carissimi – racconta la vittima – mio marito era un collezionista. Questa gente è senza scrupoli. Hanno rubato ciò che noi abbiamo comprato con quattro generazioni di duro lavoro. Amavo quella casa, ora la sento violentata. Sono arrivati a rompere e aprire l’urna contenente le ceneri di mio marito. Un oggetto che era chiaramente identificabile come urna funeraria. Una violenza insopportabile».

La signora parla di ricordi di trent’anni di matrimonio legati agli oggetti sottratti. «Hanno rovistato tra le nostre foto, ci hanno guardato felici – conclude la proprietaria della villa – Poi hanno fatto scempio di casa nostra. Ma come fa questa gente a dormire la notte?».

La Digos ha trovato cataloghi fotografici nei covi dei ladri. Cataloghi con i quali mostravano i pezzi agli acquirenti: in un giro di vendite che andava ben oltre la provincia, in Italia e in Svizzera.

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