VARESE Mancata notifica per una delle parti lese: slitta al 18 marzo il processo in corte d’assise a carico di Giovanni Basile, 45 anni, reo confesso dell’omicidio del fratello Massimo, 39 anni, consumatosi l’8 giugno 2012 a Calcinate del Pesce. La mancata notifica è a carico di Alba Chillè, madre di vittima e imputato: «Povera donna – ha commentato Giovanni Benini, genero della donna e testimone chiave del processo in quanto intervenne durante l’aggressione cercando di salvare Massimo – In un giorno ha perso due figli». Benini ieri mattina era in aula «su richiesta di mia suocera – ha spiegato – mi ha chiesto di venire, di vedere se Giovanni era presente, di dirle come stava, come l’avrei trovato. Sappiamo che sarà assolto per infermità. Ma non tornerà libero: resterà in un ospedale pschiatrico giudiziale». L’imputato ha comunque rinunciato a comparire: «Del fatto con lui non sono mia riuscito a parlare – spiega l’avvocato difensore Fulvio Dagnoni – rifiuta l’argomento. Ha rinunciato a comparire perché nella struttura di cura detentiva dove è
in custodia dice di trovarsi bene e di non volerla lasciare». Basile è già stato giudicato incapace di intendere e volere al momento del fatto e incapace di stare in giudizio; il pubblico ministero Luca Petrucci, che lo arrestò subito dopo il fatto, intuendo l’infermità chiese e ottene subito una perizia psichiatrica in sede di incidente probatorio. Perizia che confermò l’ipotesi; ora Basile va verso l’assoluzione. Il pm, di concerto con l’avvocato difensore, si è accordato affinché in udienza facessero fede i verbali senza necessità di ascolto dei testimoni, sopratutto di Benini e della compagna di Massimo Basile, presenti al fatto. «Una scelta che evita a queste persone di ripercorrere momenti terribili» ha detto Dagnoni. Benini, poco distante, a mezza voce spiega: «Nessuno sa perché; Giovanni era già stato sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio ma non era mai stato violento, andava invitando tutti a pregare il suo Dio, tutto qui – conclude Benini – Io quella mattina c’ero, se fosse riuscito a tenermi in camera non so chi dei due l’avrebbe scampata».
s.bartolini
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