Un ponte verso la pace tra i popoli. La storia del restauro a Betlemme

Verrà inaugurata oggi, in Sala Campiotti della Camera di Commercio, l’esposizione sui lavori alla basilica della Natività

“Restaurare il cielo: il restauro della basilica della Natività a Betlemme” è il titolo della mostra promossa da Cdo e prodotta da Mostre Meeting Concreo che sarà ospitata fino a martedì 4 aprile nella sala Campiotti della Camera di Commercio varesina (l’inaugurazione avverrà oggi alle 18.30).

La mostra è un ponte verso un futuro di pace. Racconta infatti la straordinaria storia del restauro della Basilica della Natività di Betlemme a cura della Piacenti Spa, azienda italiana che nel 2013 si è aggiudicata una gara internazionale indetta dall’Autorità Nazionale Palestinese.

La Basilica si chiama “della Natività” perché si trova nel luogo dove un’antica tradizione ricorda la nascita di Gesù. È costituita dalla combinazione di due chiese e da una cripta, la grotta della Natività, che è la grotta dove precisamente sarebbe nato Gesù.

I lavori di restauro sono attualmente in corso: rifatto il tetto, lavorando di notte per non chiudere la Basilica, l’impresa ha allargato l’appalto anche ai mosaici (con una catalogazione di due milioni di tesserine) e alla pavimentazione, con l’obiettivo di completare l’opera entro il 2020. Un piccolo miracolo in una terra di conflitti. Stiamo parlando, infatti, di un cantiere che ha messo in moto un mondo: lavorano insieme persone diverse per nazionalità, culture, religioni, competenze professionali, dal docente universitario al muratore. È un mondo eterogeneo anche quello che finanzia il cantiere, che vede in prima linea privati e Stati (anche arabi). Tanto è l’interesse riscosso: 53 autorità mondiali sono state in visita ufficiale al cantiere in questi tre anni, incluso Papa Francesco.

Ma il restauro della Basilica della Natività di Betlemme è soprattutto un’operazione eccezionale dal punto di vista storico, culturale e artistico. E’ frutto della visione comune di tre chiese cristiane (ortodossa, cattolica e armena) che hanno raggiunto un accordo epocale e che, dopo secoli, decidono insieme di procedere all’intervento di restauro; questo insieme all’Autorità Palestinese che, per dare seguito al progetto, promuove un bando internazionale. Si tratta di una eccezionale avventura che avviene in un Medio Oriente lacerato da guerre e tensioni che dimostra che, nonostante tutto, è possibile trovarsi insieme a restaurare un pezzo così significativo della storia del mondo.

La mostra sarà fruibile dalle 9 alle 12 (su prenotazione) e dalle 16 alle 20. Sabato e domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Nelle città dove la mostra è già stata, le scolaresche hanno partecipato in massa, interessate al contenuto della mostra ma anche, e soprattutto, al suo messaggio di pace. “Restaurare il cielo”, infatti, significa costruire un mondo migliore..