Un tuffo nel tempo, ma ora riempiamo quella sedia vuota

Hanno inventato la macchina del tempo e noi non lo sapevamo. Dovevamo trovarci qui per accorgerci che esistono persone e situazioni talmente speciali capaci di giocare con gli anni che passano. E riproporre le situazioni già viste schioccando le dita, come fanno i maghi delle favole. Una macchina del tempo che ha portato l’astronave del PalaWhirlpool indietro, quando Pozzecco è entrato in campo all’inizio della partita: pregustando l’esplosione e preparando le lacrime, prendendo in mano la gente per non lasciarla più.

Joe Isaac faceva così, esattamente così, trent’anni fa: e ci ricordiamo ancora di lui anche se non ha vinto nulla. Una macchina del tempo che ha dato a tutti un appuntamento particolare, irrinunciabile: perché c’era gente che mancava da troppo tempo, facce del ’99 con addosso la maglia di Pozzecco e l’aria contenta d’essere qui. Una macchina del tempo che ha violentato le lancette e i ricordi, buttando fuori un Poz che carica la folla durante i time out e salta con la gente: in maglietta e pantaloncini o in giacca e cravatta, in campo o in panchina. Cambia poco. Macchina del tempo, che alla fine ha fatto rimbombare il “cata su”: non lo si sentiva da un pezzo. L’ha chiesto il sindaco, l’ha chiesto Ossola, l’ha chiesto la storia: ed è arrivato puntuale

Abbiamo scritto e riscritto, detto e ridetto che questa squadra avrebbe vinto questa partita: perché avevamo capito che questa squadra avrebbe fatto proprio lo spirito del Poz, nel bene e nel male, per fare sempre la cosa che non ci si aspetta. Capace di vincere questa partita perché non avrebbe mai rinunciato a una storia così, e magari capace di andare a perdere domenica prossima a Pesaro che ne ha prese 36 a Brindisi. Perché questa squadra, fuori casa, per ora farà fatica ovunque. Estremi, splendidamente estremi: facciamoci l’abitudine.

Ma ci penseremo più avanti: perché sarebbe un delitto non godersi, almeno per un po’, tutto questo. Lo show del Poz, quei capelli che ci ha promesso taglierà a zero, la faccia di Ravaglia che starà sorridendo da qualche parte. Però noi alla macchina del tempo dobbiamo chiedere l’ultima cosa, forse la più importante: riporta qui il Cavalier Cimberio, e fallo subito. Quella sedia vuota stona e fa male, e se c’è una persona a cui noi dedichiamo il derby vinto quella persona è lui.

Francesco Caielli

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