Uovo di selva. Buono, pulito e giusto

Un pollaio sui generis a 600 metri d’altitudine al confine tra le province di Sondrio e Bergamo

Ad accoglierci all’imbocco della strada sterrata troviamo Massimo, titolare dell’azienda La Gramola e il suo fidato cane Nuvola, guardiano di un pollaio un po’ sui generis: un bosco di castagni di circa un ettaro, a 600 metri d’altitudine in località Arzo, piccola frazione del comune di Morbegno. La strada per arrivarci è la stessa che porta al passo San Marco, quello che divide la provincia di Sondrio da quella di Bergamo.
Massimo Rapella, insieme alla moglie Elisabetta, nel giro di pochi anni, tre per l’esattezza, ha messo in moto un’attività che ha dell’incredibile. Dopo aver gestito per diverso tempo una casa famiglia per minori, messo alle strette dalla crisi economica e dalla carenza di investimenti nel terzo settore, ha voltato pagina per ritornare a vivere in maniera “più naturale”.

A dare il là alla sua intuizione le quattro galline di famiglia che da sempre ha visto razzolare nel bosco anziché nel prato. Dall’osservazione di questo strano comportamento gli è venuta l’idea di investire il proprio tempo e il proprio denaro in un’impresa un po’ folle: comprare cinquecento galline da lasciare libere di muoversi tra alberi e foglie. È nato così l’“uovo di selva”.
Un uovo, come ci tiene a sottolineare Massimo, buono, pulito e giusto, ricavato da un allevamento che non pone vincoli agli animali, i quali sono liberi di girare nel sottobosco per cercare il cibo, per prendere il sole e per fare i bagni di terra, veri e propri “trattamenti di bellezza” con i quali le galline, di razza Warren Brown, si mantengono pulite e in forma.

Un altro dogma di Massimo è la “freschezza”: l’uovo di selva viene consegnato al cliente, infatti, entro 24 ore dalla sua produzione. È lo stesso Massimo a occuparsi delle consegne in Valtellina, Brianza e, una volta la settimana, anche a Milano. Tutte le mattine, lui o la moglie vanno al pollaio a liberare gli animali che sono stati raccolti lì dentro per la notte, onde evitare l’attacco dei predatori, e poi vanno nel bosco a raccogliere nei nidi le uova che i pennuti depongono nel corso della mattinata.
La qualità e la bontà di questo uovo nel giro di pochi anni hanno conquistato una clientela sempre più vasta, tanto che da 500 galline, Massimo ha raddoppiato ed è passato ad averne un migliaio.