Varese, parola d’ordine: inclusione

I rappresentanti di circa 30 comunità straniere presenti sul territorio si sono trovate ieri a Varese. È un primo passo per un futuro più inclusivo.

Nella mattinata di ieri, domenica 3 luglio, nel Salone Estense a Varese si è tenuto un tavolo di dialogo che ha visto la presenza dei rappresentanti di circa 30 comunità straniere del territorio varesino. Tra le altre, quella dell’Ucraina, del Nepal, dell’India, della Tunisia, dell’Albania, della Serbia, del Perù, delle Filippine.

L’obiettivo di questo momento di confronto è stato quello di individuare cosa poter fare per favorire una società più inclusiva, sicura, multiculturale. E la consigliera Helin Yildiz, che qualche giorno fa ha preso parte alla Conferenza dei Giovani Leader Europei a Bruxelles, ha comunicato che la prima iniziativa volta a questo scopo sarà l’apertura di uno sportello a cui le comunità straniere potranno rivolgersi per porre proposte e idee.

«Oggi per la prima volta a Varese ha inizio un esempio di democrazia amministrativa volta all’inclusione e al dialogo – ha detto la consigliera – per far sì che questi siano i principali strumenti di convivenza. Un segnale importante per favorire il processo di inclusione e la coesione sociale nella nostra città. L’integrazione è un processo complesso, fatto di adattamento ma anche di partecipazione attiva. Siamo partiti oggi con le comunità straniere ma nei prossimi tavoli apriremo anche al mondo dell’associazionismo, con il terzo settore e non solo, per allargare al massimo la partecipazione».