Varese si divide sui diritti delle persone Lgbti. È scontro sull’esistenza della Teoria Gender

Ospite a Varese la dottoressa De Mari, critica verso l’omosessualità. L’Arcigay: «Assenza di sensibilità»

Un convegno sulla Teoria Gender. È quello che è svolto mercoledì sera, in Sala Montanari, organizzato dall’associazione “Giuristi per la Vita”, con ospite il medico e scrittrice Silvana De Mari, che recentemente è stata accusata di dichiarazioni fortemente omofobe e prive di fondamenta scientifiche, a seguito delle quali è stato aperto un provvedimento disciplinare che rischia di compromettere la sua carriera. Valutate le critiche dirette all’omosessualità, anche il Comune ha deciso di non concedere il patrocinio per l’incontro. In difesa della dottoressa è intervenuto il presidente dell’associazione Gianfranco Amato dichiarando che, oggi, casi di persone “fluid” (che cambiano sesso o che rimangono neutre sessualmente) sono in aumento, tuttavia, il concetto di famiglia è e sarà solo quello espresso dalla Costituzione, quello fondato sul matrimonio uomo-donna.

Amato ha invitato certamente un ospite “scomodo”. La De Mari è infatti indagata per diffamazione aggravata dalla finalità della discriminazione e dell’istigazione all’odio razziale. Anche se la stessa aveva ammesso di nutrire amore verso i gay, vantando ben 40 anni di visite di controllo a pazienti dichiaratamente omosessuali. Ed è proprio sulla pluriennale esperienza lavorativa che il medico 65enne ha imbastito la sua difesa: «la sessualità è il modo della biologia per creare generazioni successive attraverso l’incontro tra gameti femminili e maschili. A Madre Natura non interessa nulla del piacere personale, a Madre Natura interessa solo dare alla luce forme di vita, generazioni successive» sono le dichiarazioni che nei mesi scorsi la dottoressa ha rilasciato.

Ciononostante, nemmeno il rifugiarsi nella pura biologia ha retto alla raffica di colpi provenienti dall’accusa mossa dall’Ordine dei medici di Torino, che ha messo in tavola un provvedimento disciplinare a seguito delle molteplici dichiarazioni lesive della dignità della persona e della comunità Lgbti, con l’alto rischio di alimentare atti discriminatori nei confronti di singoli individui, piuttosto che di intere collettività.

La risposta al convegno che si è svolto giunge immediata dal presidente dell’Arcigay di Varese Giovanni Boschini, il quale commenta il convegno serale tenuto a Varese due giorni fa, come «uno spettacolo privo di fondamenta scientifiche, un incontro che nasconde grossi interessi politici e di visibilità».

Il presidente Arcigay Giovanni Boschini

Il presidente Arcigay Giovanni Boschini

(Foto by Archivio)

Il punto principale che evidenzia Boschini riguarda «l’assenza di sensibilità nelle parole del medico chirurgo De Mari: sempre più persone stanno intraprendendo il percorso del cambio sesso, un percorso lungo, faticoso e complesso, soprattutto a livello psicologico». Di diverso giudizio invece sullo spazio concesso al convegno della De Mari da parte del Comune di Varese: «Sebbene si tratti di tematiche contrastanti alla nostra filosofia, il sindaco Galimberti, assieme all’assessore ai servizi sociali Roberto Molinari, ha preso una decisione intelligente,

pur concedendo l’autorizzazione senza il patrocinio. Una decisione che tutela l’espressione del libero pensiero, senza tuttavia condividere le tesi proposte. Sempre rimanendo in tema di libera espressione, l’amministrazione comunale varesina si è mossa con lo stesso metro di giudizio nei nostri confronti, concedendoci di allestire nel cuore di Varese le nostre bandiere variopinte già a partire dal prossimo weekend fino a sabato 17 giugno, giorno della sfilata del Pride varesino».