Vasco: varesini in delirio a San Siro

«La rivoluzione siete voi!»: Mr. Rossi incanta San Siro. Sono centinaia anche i fans varesini che si sono goduti i primi due concerti del Blasco. Quasi 60 mila solo per la prima data milanese, altrettanti in attesa di assistere, mercoledì 9 e giovedì 10 luglio, al Live Kom 014 del rocker di Zocca.

E la notizia che tutti aspettavano è già arrivata: il Komandante sarà in concerto anche nel 2015, dopo l’uscita nel nuovo album, prevista per il 4 novembre.

Intanto il live del Meazza non delude le aspettative. La scenografia faraonica c’era, i musicisti eccezionali c’erano e gli arrangiamenti metal pure. Ciò che stupisce sempre di più è proprio il signor Rossi.

Un 62enne che dal vivo, seppur coi suoi tempi, è capace di tenere in pugno l’attenzione e le emozioni di chi arriva per la prima volta e di chi da sempre lo venera come una divinità. Chi l’aveva dato per spacciato deve ricredersi, perché Vasco c’è. Anni, esperienze, sofferenze e acciacchi sembrano cancellati dall’entusiasmo, dallo sguardo e dallo spirito pungente e giocoso, che sono sempre gli stessi. Ha di certo una consapevolezza nuova, quella che canta in “Dannate nuvole”: «Niente è vero, niente è vero e forse lo sai. Però, tu continuerai».

Arrivando a San Siro poco prima dell’inizio dello show, scavalcando i bagarini e l’asfalto pieno di rifiuti, si annusa un’aria diversa. Le nuvole ci sono, ma smettono di riversare monsoniche quantità d’acqua ed è il clima ideale per saltare sui pezzi più forti.

Il “poeta pirata” percorre in lungo e in largo la vasta scenografia, mentre l’enorme videowall rimanda l’immagine di un Vasco che canta, sorride, scherza, non lesina sberleffi e ammiccamenti. La divisa è fatta di scarpe da tennis, giacca di pelle e berretti. Sì, tanti berretti che il cantautore indossa, lancia al pubblico, gira al contrario nei pezzi più ironici e si toglie per ringraziare il pubblico mostrando la rasatura a zero.

“Vivere”, “Liberi liberi”, “Delusa”, “Sally”: corse avanti e indietro nel repertorio del rocker dagli anni ’80 ad oggi. E così due ore e mezza scappano via senza nemmeno accorgersene. Un karaoke continuo di migliaia di voci riempie il cielo sopra Milano. Nonni e nipoti, famiglie, ragazzine: impossibile definire un identikit dei presenti, perché Vasco è ormai l’icona del rock nostrano.

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