NEW YORK Empire State Bulding vendesi. La famiglia proprietaria del grattacielo più famoso di New York, fra le icone degli Stati Uniti, ha deciso di fondare una società che verrà quotata in Borsa. Così, chiunque potrà comprarsi a seconda delle finanze un pezzo dello storico edificio che svetta nello skyline della Grande Mela con i suoi 443 metri, antenna tv compresa. Per ora è solo un’anticipazione del New York Times e i vari soci dovranno trovare un accordo affinché l’operazione finanziaria vada in porto, ma la notizia affascina chi non può fare a meno di pensare a tutti i film che hanno contribuito a far entrare l’Empire State Building nell’immaginario collettivo.Il primo a cui va il merito di aver intuito le potenzialità cinematografiche dell’edificio (che è stato il più alto del mondo dal 1931 al 1973) è il regista americano Merian C. Cooper che con il suo «King Kong» del 1933, ha fatto entrare nella storia l’arrampicata finale sull’Empire State Buldindg dell’enorme gorilla. Da lì in poi tutti i remake hanno cambiato ambientazione, protagonisti, qualche
snodo drammaturgico, ma mai lo spettacolare finale della morte di King Kong, ucciso dall’aviazione mentre tiene fra le mani il suo amore impossibile, interpretato da Fay Wray nel 1933 e da Jessica Lange nel rifacimento del 1976. Questo debutto tragico ha segnato tutta la carriera del grattacielo nel cinema, destinato ad essere al centro di un’altra storia strappalacrime in «Un grande amore» del 1939 di Leo McCarey. Irene Dunne e Charles Boyer sono i protagonisti di questo dramma con i toni della commedia sofisticata, in cui il grattacielo è il teatro di un mancato appuntamento che nasconde una tragedia. Anche in questo caso piovono i remake, da «Un amore splendido» del 1957 con Cary Grant e Deborah Kerr, diretto dallo stesso regista del film originale, a «Love Affair» del 1994 con Warren Beatty ed Annette Bening.Infine c’è anche la citazione della citazione: in «Insonnia d’amore», pellicola del 1993 con Tom Hanks e Meg Ryan, i due sanciscono la nascita del loro amore in cima all’Empire State Building, citando esplicitamente il film di Leo McCarey.
a.cavalcanti
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