Vi ricordate la Torre Civica? Eccola: si merita di riaprire

Una Torre da aprire al pubblico. La Torre civica di Varese, che svetta nella piazza principale varesina, potrebbe diventare il punto di riferimento per il turismo varesino. Con un salto di qualità che, in tutti questi anni, la città non è riuscita a fare.

Il Comune ci ha aperto le porte, ieri mattina, per un tour interno alla torre, consentendoci di verificare lo stato della struttura.

Che, nonostante i decenni durante i quali i locali sono rimasti in disuso (con l’eccezione dei primi due piani, dove sono ospitate delle associazioni), si trova ancora in ottimo stato. Le scalinate appaiono solide, così come le pavimentazioni dei diversi piani.

Con un lavoro di ristrutturazione, che nei piani più alti dovrà prevedere anche una pavimentazione nuova , l’edifico è in grado di diventare una prestigiosa sede culturale.

Questo infatti l’obiettivo del Comune, che oggi sta predisponendo un progetto per il bando della Fondazione Cariplo per cofinanzare l’opera. L’importo economico necessario può variare dagli ottocentomila al milione di euro. I tempi previsti dai 15 ai 18 mesi.

Il punto forte rimane comunque il terrazzo panoramico, chiamato, quando venne edificata la torre, “terrazzo del podestà”. Da lì si può osservare un panorama a 360 gradi di tutta la città. Ed è caratterizzato da finestre ad arco sui lati più lunghi. Sopra il terrazzo, ecco un ultimo livello non accessibile, dove c’è il portabandiera dal quale sventola la Croce di San Giorgio, simbolo del Comune.

La struttura, realizzata prendendo ispirazione dalle torri civiche dell’età comunale, doveva infatti rappresentare il potere politico cittadino, incarnato nell’epoca fascista dalla figura del podestà (nome e retaggio sempre dall’epoca dei Comuni).

Il nome “Torre Civica” è comunque stato usato a partire dal secondo dopoguerra, visto che inizialmente la struttura prendeva il nome di “Torre Littoria”.

La struttura si erge per 54 metri di altezza (antenne e portabandiera esclusi).

«La morfologia della Torre Civica – si legge in una relazione – è caratterizzata da un volume molto snello, slanciato, con pianta rettangolare, dalle dimensioni in pianta di circa dieci metri per 6,5 metri, escluso il “terrazzo del podestà” esterno».

L’ossatura portante, continua la relazione, è in cemento armato ordinario: in particolare, le strutture principali sono costituite da fondazione a platea e soprastanti strutture a telai incrociati trave-pilastro (sono presenti dieci pilastri perimetrali nascosti nella muratura) a supporto delle undici solette intermedie e delle scale, oltre ai rivestimenti non strutturali.

Il rivestimento esterno della torre è costituito da serizzo d’Antigorio, una pietra simile al granito. All’interno, sono presenti alcune superfici già pavimentate (per i primi livelli); altre sono al rustico, così come le pareti e i soffitti.

Il problema principale per l’apertura della struttura al pubblico è rappresentata dall’assenza di un ascensore. I diversi piani, così come la sommità, sono raggiungibili solo con le scale (che sono comunque in sicurezza).

In molti Paesi europei hanno risolto questo problemi realizzando ascensori trasparenti in cristallo esterni alle strutture, ma in Italia difficilmente sarebbe possibile ottenere il via libera dalla Soprintendenza. Sembra comunque che all’interno della torre, secondo la giunta, sia possibile ricavare lo spazio per un ascensore.

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