Vibo, la confessione del quindicenne parricida: Era un inferno

Catanzaro, 5 feb. (TMNews) – “Così era un inferno, non si poteva andare avanti”: il figlio minore di Domenico Piccolo, il commerciante di Nicotera ucciso l’altra sera nella sua abitazione, ha reso ampia confessione davanti al Procuratore della Repubblica per i minorenni di Catanzaro Beniamino Calabrese, e dal sostituto Maria Rita Tartaglia. Al termine dell’interrogatorio a incontrare i giornalisti è stato il suo avvocato difensore Giuseppe Di Renzo che ha spiegato: “Il ragazzo ha reso ampia confessione, chiarendo tutti gli aspetti della vicenda e ha consolidato la causale del delitto in modo estremamente consistente. Pur senza entrare nel dettaglio di ciò che ha riferito, posso dire che nel suo racconto non ci sono punti di debolezza in vista delle ulteriori indagini”. Il ragazzo avrebbe ucciso per tutelare la madre e i fratelli dalle continue angherie del padre.

Sempre secondo quanto riferito dal legale, il quindicenne e’ apparso provato e in lui “c’e’ l’idea dell’angelo vendicatore”. Nel pomeriggio si è svolto anche l’interrogatorio dell’altro minorenne che insieme al figlio di Piccolo, giovedi sera è entrato in casa simulando una rapina prima che si compisse il tragico delitto. Il ragazzo di origine polacca ha respinto tutte le accuse. Mentre sempre nella giornata di oggi presso l’ospedale di Vibo Valentia, e’ stata eseguita l’autopsia sul corpo di Piccolo.

IL 52enne, già noto alle forze dell’ordine per reati di
droga e traffico di armi, faceva il commerciante di intimo nei mercatini rionali settimanali. Poi la sera al bar del paese, secondo quanto raccontano i conoscenti, esagerava e beveva tanto, infine tornava a casa ed a farne le spese erano gli altri componenti della famiglia. I figli sono sei, le due più grandi sono emigrate al nord appena compiuta la maggiore età.

Il ragazzo giovedì sera ha colpito il genitore con almeno 5 coltellate di cui due mortali. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, lui e un coetaneo sono entrati nell’abitazione col volto coperto da passamontagna e, simulando una rapina, hanno colpito l’uomo con numerosi fendenti alla schiena ed al torace. Al momento dell’aggressione in casa c’erano la moglie della vittima e gli altri tre figli. Il più grande di questi ha cercato di aiutare il padre soccorrendolo e trasportandolo in auto, nell’ospedale di Vibo Valentia, dove però Piccolo è morto subito dopo il ricovero.

fmc

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