Zanardi senza gambe, batte chi le ha Il Varese è come lui

Ma cosa vi fa paura, tifosi del Varese? Perché avete perso l’incoscienza e il gusto della sfida dei bei giorni? Perché questa sottile vena di delusione pronta a esplodere adesso che finalmente il Varese è solo sangue e arena, anima e ossa, mai così nudo, semplice, umile, puro e vero?

Non avete mai chiesto nomi e ingaggi (anzi, proprio quelli ci hanno portato quasi al fosso, gonfiando come una rana una vecchia provinciale pirata e guerriera) ma una cosa che va al di là e al di sopra dei giocatori, spesso assente nelle ultime due stagioni, e che adesso certamente avrete. Questa cosa: provarci sempre, anche quando gli altri nemmeno immaginano di farlo. Tenere duro altri cinque secondi quando sembri morto e poi vedere che hanno mollato gli avversari: questo è il Varese di Bettinelli, ed è meraviglioso. Fatica che va oltre la fatica, una corsa in più frutto solo della passione che ti porta sul punto di scoppiare con la lingua fuori fino a sentirsi dire «ma sei scemo?», e invece ti fa scoprire grande.

Potrà scendere in campo anche con undici Primavera, ma il Varese del Betti uscirà sempre dal campo portando a casa qualcosa in più del risultato, un campo dove avrà lasciato un bagno di sangue, se no come farebbe Alex Zanardi a correre una maratona senza gambe e arrivare davanti a chi le ha? Ecco chi siamo e saremo stasera, a Roma con la Lazio e nelle altre 42 partite: undici Alex Zanardi che fanno girare la testa, le ruote e le palle non con le gambe ma con il fuoco nelle vene, con il sorriso e il piacere del gruppo, con l’orgoglio di esserci ancora.

Pubblico e Betti hanno salvato il Varese dopo 7 sconfitte consecutive. Possono farlo ancora. I gol di Pavoletti sono nati dal gruppo, e quel gruppo c’è ancora, anzi è più forte, sofferto, aguzzo e contundente.

Una società pulita e risanata e di cui andare fieri, non più legata ai carri sbagliati: è il primo obiettivo e passa dalle cessioni di contratti insostenibili (dopo gli addii di Di Roberto e Damonte, quelli di Rea – occhio al Carpi-, Tremolada e forse di un altro giocatore storico, il risparmio degli ingaggi si aggirerà sugli 800mila euro). Privarsi di Forte – più Spezia che Pescara – sarà l’unico modo per pagare entro il 15 quel milione e mezzo di contributi e tasse per evitare un altro -2. Poi resterebbero due buchi, ma Rea partirà solo con l’arrivo di Terlizzi (o d’un altro centralone), e magari nell’affare Forte potrebbe rientrare un ex da rilanciare (il sogno è Rivas) e la punta Çani. Ma sopra a tutti e tutto restano Betti e il pubblico, il sangue del Varese è tutto lì.

Andrea Confalonieri

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