«Noi giovani di Busto Arsizio così cambiati da Madrid»

BUSTO ARSIZIO Quasi 150 ragazzi, e un’esperienza indimenticabile. L’esperienza di Madrid ha lasciato il segno per i giovani bustesi. Spiega Benedetta Candiani: «Siamo partiti l’11 agosto alla volta di Segovia, a 120 km da Madrid, e da lì a piedi abbiamo raggiunto la capitale spagnola percorrendo circa 30 km ogni giorno – racconta – abbiamo vissuto quei giorni con lo stile essenziale e sobrio dei pellegrini, zaino in spalla». Ogni giorno «insieme ai sacerdoti che ci hanno accompagnati,

don Alberto Lolli, don Gabriele Lovati e fra’ Raffaele Casiraghi – spiega Benedetta – vivevamo un momento di meditazione prendendo spunto dagli scritti di Santa Teresa d’Avila».
 «Il 16 abbiamo quindi iniziato le Giornate mondiali della gioventù, ritrovando altri 150 giovani del decanato di Busto insieme a noi a vivere questa esperienza», sottolinea. Tra loro c’erano 53 giovani di Borsano, partiti da Santiago il 14, quelli di Sacconago che torneranno domani dopo aver visitato Barcellona e Saragozza, quelli di Madonna Regina e Beata Giuliana che rientreranno oggi e hanno fatto visita a Lourdes, Avila e Barcellona. Altri oratori invece hanno partecipato solo alla Gmg dal 16 al 21 agosto.
Infine hanno partecipato alla due giorni col Santo Padre a Cuatro Vientos, con altri due milioni di giovani da tutto il mondo. «L’incontro e la preghiera con Benedetto XVI hanno colpito tutti. Il Papa ha ricordato l’importanza della dimensione ecclesiale e comunitaria della fede, per non vivere in modo personalistico la propria relazione con Dio, ma con l’affetto e la fraternità di chi ci sta accanto – spiega Benedetta – uno dei segni più belli di questo lo abbiamo avuto appena usciti da Cuatro Vientos, sotto un sole micidiale: gli abitanti del quartiere gareggiavano per rinfrescarci con l’acqua, invitarci in casa propria per riposarci e offrirci bevande». Secondo Francesco l’aspetto più stimolante è il fatto di «trovarsi assieme e vedere altri giovani che credono, con culture e modi di pregare diversi».
Brigida Rangone

m.lualdi

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