Varese, killer di cani e gatti Trappole avvelenate per strada

VARESE Il gatto Pralina è morto avvelenato 15 giorni fa. Stessa sorte per un cane lupo che viveva in una villetta poco distante, sempre in via Giambologna, una traversa di via René Vanetti. Il cane è morto la scorsa notte e, nel suo stomaco, sono stati trovati bocconi di carne avvelenati. «Sei mesi fa qui era arrivata una gatta che aveva avuto quattro gattini – racconta Anna Mira ricostruendo quanto accaduto al suo gatto – Li aveva partoriti nel mio giardino, nella cuccia del cane. I gattini sono rimasti qui. Io ho iniziato a dare loro da mangiare. Tra questi, il gatto Pralina era il meno selvatico. Persino con i cani andava d’accordo. Mi ero quindi affezionata».

Sabato 22 ottobre Anna Mira fatto entrare il gatto in casa che era circa mezzanotte. Verso le 4 del mattino ha sentito che il gatto stava male. «Si lamentava – continua la donna – In mattinata l’ho dunque fatto vedere a un veterinario che mi ha detto: o questo gatto ha subito un trauma o ha ingerito del veleno. Non ha fatto a tempo a fargli una flebo che il gatto è spirato».

Negli scorsi giorni gli abitanti della strada hanno tappezzato la strada con cartelli con scritto: «attenzione, ci sono stati casi di avvelenamento». L’anno scorso, sulla strada, si erano verificati altri sospetti decessi di animali. Tanto che alcuni abitanti della strada porteranno dai carabinieri una denuncia firmata da più persone.

«I veterinari hanno detto che il veleno è stricnina. E la stricnina non è semplice da acquistare – dice Anna Mira – Spero dunque che le forze dell’ordine possano fare qualche ricerca per restringere il campo e capire chi possa essere stato a procurarsela». In quella via ci sono tre colonie feline, per un totale di 15 gatti. Le colonie sono gestite da Enrica Miraglia, responsabile dell’associazione Amici Randagi. «L’importante è seguire le procedure, così come recita la normativa della Martini contro il veleno –

spiega Enrica Miraglia, che vuole che si vada in fondo alla situazione nel più breve tempo possibile – Siamo già in ritardo: il veterinario e le persone coinvolte avrebbero dovuto denunciare il fatto subito dopo l’avvelenamento. Io ho segnalato alla polizia locale il caso del gatto, ma il veterinario deve essere il primo a intervenire. Non basta dire che l’animale è stato avvelenato, se poi non si accerta per iscritto il tipo di veleno. Se non si seguono le corrette procedure, non si ottiene giustizia per gli animali. Bisogna agire con rapidità e precisione, anche perché non ci sono solo i gatti randagi, ma anche per i bambini e il rischio è che si mettano in bocca il veleno». A Morazzone, nel febbraio scorso, erano stati avvelenati 14 gatti con un veleno topicida. Il responsabile, che sostituiva nelle ciotole il cibo sano con quello avvelenato, non è mai stato trovato.

e.marletta

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