Il parrucchiere in mutande pensa a un partito e va in tv

VARESE Sta facendo il giro di Italia la protesta del parrucchiere di Bizzozero che lavora in mutande «perché sono tutto quello che rimane dopo aver pagato le tasse».
Giovedì pomeriggio Massimo Crippa – 41 anni, titolare del salone di bellezza J&P di via Carletto Ferrari 60 – è stato ospite a “Pomeriggio Cinque”, la trasmissione condotta da Barbara D’Urso. «Mi hanno chiamato la sera prima e il giorno dopo c’era l’auto di Mediaset davanti al mio negozio –

racconta Crippa, che è già stato sulle pagine web di Repubblica, del Corriere della Sera e di Libero e in onda su Radio Dj e Radio Italia – In televisione sulle prime mi sentivo imbarazzato, poi gli applausi del pubblico mi hanno dato coraggio. Vedo che la mia protesta sta avendo risonanza e non intendo far cadere l’attenzione».
L’obiettivo del parrucchiere è quello di portare attenzione sui problemi che hanno i piccoli artigiani vessati dalle tasse e dalla burocrazia: «Entro la fine del mese bisogna pagare il 60% delle tasse sul presunto fatturato del 2013. A dicembre la seconda rata. Come si può pensare che un piccolo artigiano riesca a sborsare tutti questi soldi?».
La sua idea è quella di dare vita a un «movimento» che ha già un nome: “Il popolo”. «Mi piacerebbe che, per prima cosa, si unissero alla protesta i professionisti del mio stesso settore: io non considero gli altri parrucchieri concorrenti, ma colleghi. E tra colleghi bisogna darsi una mano. Alcuni si sono già fatti avanti, altri sono sicuro che si aggregheranno a breve. Poi mi piacerebbe che si unissero anche altre persone “in mutande”. Insieme dobbiamo far sentire la nostra voce».
Crippa non aspira a formare un partito, ma è alla classe politica che vuole far arrivare il suo messaggio.
«Desidero che un giorno, a fronte dei miei continui appelli, un politico vada in televisione, si alzi in piedi e abbia il coraggio di chiedere scusa agli italiani. Per me quello sarà già un grande risultato». A Varese, Massimo Crippa è stato contattato dall’associazione culturale Estroversi che gli ha proposto di dare voce alla sua protesta prima di alcuni spettacoli teatrali già in programma. «Devo dire la verità: non mi aspettavo tutto questo interesse e tutta questa vicinanza da parte delle persone – conclude il parrucchiere – mi fa piacere, significa che qualcosa si sta svegliando. Non facciamo morire la voglia di cambiare, anzi, cavalchiamola».

s.bartolini

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