Pesci morti e schiumaE i tuffi fanno paura

VARESE Con il gran caldo è difficile resistere alla tentazione di un tuffo refrigerante. Ma certe volte la repulsione può superare il desiderio. Al centro dell’attenzione, ancora il lago di Varese, la cui futura balneabilità – che potrebbe arrivare a settembre, ultimati gli ultimi campionamenti dell’Asl – ha lasciato tra il sorpreso e il perplesso i cittadini. Tutti, infatti, sono abituati a considerare il lago di Varese come uno specchio d’acqua paesaggisticamente bellissimo, ma fortemente inquinato. Domenica sono state tante le persone accorse alla Schiranna per godersi la splendida giornata. Peccato che, nell’acqua, oltre a una schiumetta quantomeno sospetta, ad attenderli c’era anche qualche carcassa di pesce morto. Una scena veramente disgustosa, accompagnata da fetore. La schiuma è la stessa che nella giornata di sabato era stata osservata a Biandronno.

La moria dei pesci di questi giorni è un fenomeno notato anche dai frequentatori della Canottieri Varese. Natale Giorgetti, presidente della cooperativa pescatori lago di Varese, commenta: «Quando vedo morire i pesci mi viene un dubbio forte sulla qualità dell’acqua. Secondo me è un cattivo segnale». Per il pescatore, i pesci morti sono «carassi», una specie infestante. «Questi pesci sono troppi. Il pericolo, da me già sottolineato, è che scoppi un’epidemia. Allora sì che ne affiorerebbero tantissimi dalle acque,

con i conseguenti problemi di salute pubblica. Speriamo che i pesci siano morti per il caldo. Fortunatamente, nella zona di pesca non ho registrato questo fenomeno».
Secondo alcuni habitué della canottieri Varese, un altro problema è costituito dalle chiazze di olio e di idrocarburi. «Ogni tanto qualche atleta fa il bagno. Sono sopratutto i canottieri svizzeri che raggiungono le boe a nuoto. Peccato che quelle boe siano nere per lo sporco che vi si accumula sotto» dice una signora della canottieri.

Adriana Morlacchi

s.bartolini

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