"Razzismo in Comune"Querelato l’assessore Borghi

GERENZANO «Amare Gerenzano vuol dire non affittare e non vendere case agli stranieri». Dichiarazioni che, prima dell’estate, avevano scatenato un fiume di polemiche. E che oggi sono costate all’amministrazione e all’assessore leghista Cristiano Borghi una querela da parte di cinque persone, 3 italiani e 2 stranieri (4 dei quali residenti a Gerenzano), che si sono affidati a due associazioni contro la discriminazione razziale.

L’invito dell’amministrazione leghista era stata lanciata dal giornale comunale “Filodiretto con i cittadini”. Dove l’assessore firmava di suo pugno l’invito a combattere il degrado del paese chiudendo le porte agli extracomunitari. Un appello che, secondo gli amministratori, che avevano discusso il tema anche in consiglio, era dettato dal riscontro con la realtà: degrado ed insicurezza erano direttamente riconducibili alla presenza di stranieri. Non la pensano così le cinque persone, che rimangono anonime, che si sono rivolte agli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri,

e che sono assistite dalle associazioni “Avvocati per niente onlus” ed “Associazione studi giuridici sull’immigrazione”.
 
La querela è stata depositata ieri al tribunale di Milano e si tratta del primo ricorso in cui si dichiara che l’articolo intitolato «Noi abbiamo chiuso le porte… ma molti gerenzanesi le hanno riaperte» è palesemente razzista. I ricorrenti chiedono al giudice di accertare e dichiarare il carattere discriminatorio del comportamento tenuto da Borghi e di ordinare al Comune di Gerenzano di rimuovere l’articolo.

A parte il carattere palesemente razzista delle dichiarazioni – sostengono – quello che qui rileva è che dal luglio scorso, qualsiasi residente che volesse vendere o affittare a un extracomunitario si vedrebbe a rischio di essere additato non solo come persona egoista e taccagna, ma addirittura come corresponsabile della insicurezza dei cittadini». I ricorrenti si ritengono danneggiati e chiedono anche un risarcimento di 2mila euro (mille per le due associazioni). I tre italiani si sentono discriminati perché non possono trattare l’affitto o la vendita di immobili con gli stranieri, mentre i due immigrati, tutti e due del Camerun, per discriminazione. Uno dei due è residente a Gerenzano ed è cittadino italiano. L’altro abita ad Abbiategrasso, non è cittadino, e vorrebbe trasferirsi a Gerenzano.

Secondo i legali, la pubblicazione dell’articolo ha rilievi sia penali che civilistici, in quanto «è noto a tutti (salvo forse all’amministrazione di Gerenzano) che nel nostro ordinamento vige il principio di parità del trattamento tra cittadini e stranieri regolarmente soggiornanti». Ma l’amministrazione, da parte sua, non si scompone. E si prepara alla battaglia.

«Bene – commenta Borghi – vorrà dire che prenderemo anche noi i nostri legali. In ogni caso abbiamo la coscienza a posto e sappiamo di avere agito solo per il bene dei nostri cittadini, lanciando un segnale molto forte. Il problema c’è ed è stato confermato dalle retate dei Carabinieri, eseguite in passato, nei vari appartamenti. Non possiamo stare zitti e proseguiremo con la nostra battaglia. Non abbiamo fatto del male a nessuno: semplicemente ci battiamo affinché i nostri figli possano uscire di casa tranquilli e non siano costretti a vivere nel degrado». Interviene anche Stefano Candiani, segretario provinciale della Lega Nord: «Questa querela è un atto scandaloso».

Marco Tavazzi

f.tonghini

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