«Black friday? Fare sconti ora è suicida»

Yvonne Rosa si schiera contro la giornata di saldi anticipati, fenomeno importato dagli Stati Uniti. «Ai miei commessi ho fatto indossare delle magliette provocatorie: questa è concorrenza sleale»

– «Black Friday: +20%». È questa la provocazione lanciata dalla titolare del negozio di abbigliamento 3ND World, , in risposta alle super promozioni ideate da molti commercianti della città sulla scia statunitense.

Il Black Friday, infatti, è la giornata dei super sconti e si “celebra” il venerdì successivo la Festa di ringraziamento degli Stati Uniti d’America e quest’anno è la corsa alle super promozioni è avvenuta proprio ieri. Se negli Stati Uniti il Black Friday è un vero e proprio evento che caratterizza l’intera giornata di venerdì nei negozi di città, piccole o grandi che siano, a Varese alcune grandi catene e alcuni negozi hanno deciso, spinti anche dalle scarse vendite avvenute nelle ultime settimane,

di istituire anche nel proprio negozio o punto vendita la giornata di sconti. Anzi, la maggior parte dei negozianti che hanno scelto di far “guerra” alla scarsa affluenza di clientela ha optato per una tre giorni di super promozioni. Ma non tutti approvano questa politica. «Sono assolutamente contraria alla politica dei saldi anticipati così come alle vendite sottocosto – afferma Yvonne Rosa che ieri ha fatto indossare ai proprio commessi alcune T-shirt con la scritta provocatoria che annuncia un + 20%, che ovviamente non è stato applicato ai clienti – Gli sconti al di fuori delle date prefissate ritengo siano concorrenza sleale». Il riferimento che viene fatto dalla negoziante è alle scadenze, fissate per legge, in materia di vendite promozionali. Come ha ricordato nei giorni scorsi l’assessore alla Polizia Locale, , dal 25 novembre non è più possibile effettuare le vendite straordinarie, a eccezione delle vendite di liquidazione per cessazione attività, cessione di azienda o trasferimento in altri locali. Nel ricordare che le vendite straordinarie sono “le vendite di liquidazione, di fine stagione e le vendite promozionali nelle quali l’esercente dettagliante offre condizioni favorevoli, reali ed effettive, di acquisto dei proprio prodotti”, Piatti ha anche ricordato che la normativa stabilisce che esse non possono essere effettuate, tranne nei casi già specificati, nei trenta giorni antecedenti le vendite di fine stagione (saldi) e comunque dal 25 novembre al 31 dicembre. Ma centri commerciali e grandi catene sembrano non rispettare queste regole. Chi non si attiene a queste normative, se pizzicato dalla polizia annonaria, rischia sanzioni salate. «Le regole devono essere rispettate da tutti – continua Yvonne Rosa – Altrimenti, a rimetterci sono sempre i negozi di vicinato i quali ovviamente non solo non possono permettersi di applicare la stessa scontistica prevista nelle grosse catene, ma anche di ritrovarsi a pagare sotto le festività sanzioni di qualche migliaio di euro».

Oltre all’aspetto normativo, la negoziante ne fa anche una questione di politiche di marketing. «In questo periodo i fornitori non ci fanno sconti sulla merce che acquistiamo, non abbiamo sconti sugli affitti che paghiamo o sugli stipendi che elargiamo. I saldi nascono come vendite di fine stagione in modo che si possano esaurire le scorte in magazzino. Per questo il saldo vero non può avere tutte le taglie o tutti i colori. Altrimenti sono saldi “atipici” e non veri». Attivare delle vendite promozionali sotto il periodo natalizio è rischioso. «Induce le persone a non fare acquisti durante le feste se non viene loro fatto uno sconto. È sempre molto più frequente trovarsi di fronte a clienti che alla cassa pretendono lo sconto. Questo uccide il commercio, soprattutto quello dei negozi non aziendali multi marca».