Brandelli di eternit nel cielo E le lastre atterrano in Corso

Pezzi di amianto che volano per la città ed eternit che si diffonde nell’aria. La conseguenza più grave della raffica di vento che ha travolto Varese, è quella che non si vede. Le particelle cancerogene contenute nelle coperture di alcuni tetti che si sono staccate e hanno svolazzato libere nell’aria, per essere aspirate dai nostri polmoni.

Il fatto più incredibile è avvenuto proprio nel centro città. L’allarme è stato lanciato da alcuni passanti che hanno visto le lastre di amianto danneggiate, rotolare per corso Matteotti.

Pezzi di una copertura più grande, per la precisione di quella dell’edificio che fa angolo con via Marcobi. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito.

Le lastre sono precipitate da una grande altezza e si sono frantumate al suolo. A terra solo dei pezzi, della grandezza massima di quaranta centimetri, che però hanno preoccupato molto i passanti. Stesso effetto, ma quadruplicato, si è avuto in via Sanvito.

La copertura dei capannoni dell’ex Aermacchi è realizzata completamente con lastre di amianto che, con il passare del tempo e l’incuria, sono danneggiate. Le lastre sono rotte, svolazzanti e l’eternit libero di diffondersi nell’aria. Con le raffiche di ieri la situazione è anche peggiorata.

Sopralluogo immediato

«Sono fatti gravissimi – commenta l’assessore alla Tutela Ambientale, – Le Guardie Ecologiche andranno subito a fare un sopralluogo, per verificare che l’amianto sia davvero danneggiato».

Una volta appurata la presenza di eternit i proprietari dovranno provvedere alla bonifica. Sia transitoria, attraverso l’incapsulamento della superficie delle lastre esposta agli agenti atmosferici, che definitiva attraverso la mozione e smaltimento. «Se l’ammonimento non dovesse bastare – aggiunge Clerici – faremo emettere un’ordinanza».

Pezzi di muro crollati

Atto che l’amministrazione avrebbe già dovuto fare, nei confronti dei proprietari dell’ex Aermacchi. I residenti lamentano da anni la situazione di pericolosità dell’area. Oltre all’eternit, anche i muri esterni dell’edificio sono in pessime condizioni, pezzi di muro sono crollati per strada con il rischio di investire i pedoni e il tetto di una parte della struttura, quella che dà su via Crispi, è già caduto su se stesso.

«Purtroppo come Comune non possiamo fare altro – sottolinea l’assessore – Se i proprietari, per questioni credo più che altro economiche, non faranno gli interventi di bonifica e rimozione, abbiamo le mani legate».

«Dovremmo farli noi e poi rivalerci sulla proprietà, ma in questo momento soldi non ce ne sono e non sarebbe neanche giusto».

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