Busto, la stazione senza più sorrisi

Non solo le Nord: anche lo scalo Fs è costretto a battaglie contro degrado e cattive frequentazioni. «L’altro giorno hanno tentato di borseggiare un uomo con stampella». Furti e droga: «Torna l’eroina»

– «Italiano, hai una sigaretta?» ci chiede un ragazzo africano all’ingresso della stazione delle Ferrovie dello Stato. Sarà alto uno e novanta, lo sguardo spento, ascolta ad alto volume musica hip hop. Lo accontentiamo, entriamo. Non ringrazia, non sorride. Non ci sono sorrisi – mai – sulle labbra degli habitué della stazione centrale di Busto. Sono tanti, stranieri e italiani, balordi e brave persone, puoi trovare di tutto. «Va a periodi: a volte qui è pieno di barboni e senzatetto, poi succede qualcosa di eclatante e per qualche settimana diminuiscono, quasi scompaiono: e poi ritornano» ci dice un operatore della stazione che vuole mantenere l’anonimato. «Quando denunci quello che non va, non sai mai cosa ti può succedere».

E di cose che non funzionano, alla stazione FS, ce ne sono. Non solo le Nord. «Sicurezza? Ma quando mai? Ci vorrebbe una postazione fissa della polizia, quella sì che sarebbe utile. Invece no: vanno avanti e indietro, avanti e indietro, ma non basta. E quando arrivano, se c’è stata una rissa o un furto, è già finito tutto – dice l’addetto – Come l’altro giorno: una ragazza sui vent’anni ha rapinato un uomo con la stampella: per fortuna poi questo l’ha

presa per i capelli e si è fatto restituire gli 80 euro che la tizia, una tossica, gli aveva rubato». Già, i “tossici”: «Occhio che stiamo tornando ai primi anni Ottanta: qui in zona di siringhe abbandonate se ne trovano sempre di più».
Inaugurata il 26 ottobre 1924, la stazione FS di Busto si presenta ancora bene all’esterno: bella la facciata, bella e curata l’aiuola che circonda il monumento equestre di piazza Volontari della Libertà, intitolato a Enrico Dell’Acqua. Una volta varcata la soglia d’ingresso, però, la bellezza scompare, lasciando il posto a un grigio squallore: «Guardi il soffitto dell’atrio principale: ci sono pezzi di intonaco che si staccano – elenca il nostro interlocutore –, i cestini si incendiano continuamente, i servizi igienici sono chiusi a chiave, e per usarli devi chiedere il permesso al capostazione. Ma le pare che una donna non possa provare un po’ d’imbarazzo nel chiedere le chiavi al capostazione per andare in bagno? E vogliamo parlare delle biciclette rubate? Non si potrebbe impiegare una di queste persone disoccupate per sorvegliare il parcheggio delle bici? Ecco, guardi là, a proposito di degrado».

Il nostro interlocutore interrompe per un attimo il discorso. Ci invita a guardare alla nostra destra, dove un uomo sta urinando serenamente contro un muro a due passi dalla stazione. È mezzogiorno in punto, ma non sembra curarsi troppo di essere visto, tanto meno rimproverato, da qualcuno. «Qui è così, nessuno si fa più problemi». E pensare che in questi mesi la stazione di Busto è particolarmente frequentata: da qui parte un treno per Expo ogni quarto d’ora circa. E gli utenti dello scalo ferroviario sono aumentati considerevolmente. Non aumenta invece, anzi diminuisce, la percezione della sicurezza, soprattutto di sera, quando l’illuminazione scarseggia lasciando le banchine avvolte nell’oscurità.
«Un’ultima cosa – aggiunge l’operatore – vedo sempre più persone attraversare i binari a piedi. Una pessima abitudine che sembrava ormai in disuso. Quand’ero ragazzino, se facevo una cosa del genere, arrivava subito un ferroviere a richiamarmi, e pure in malo modo. Adesso nessuno ti dice nulla, saranno cambiati i tempi».