Gran caos e case svalutate «Qui la moschea non ci sta»

Residenti di via Gasparotto preoccupati: «Ma non è pregiudizio». «No al traffico di via Giusti». Cosentino: «C’è rischio infiltrazioni»

– «Sono contrario alla realizzazione di qualsiasi tipo di moschea, o centro culturale islamico, in città». A dirlo è , pensionato di 77 anni che vive in via Gasparotto e che entra nel merito della possibilità di veder sorgere una moschea in un capannone a ridosso della bretella autostrade, al confine tra Varese e Gazzada. Si tratta di uno stabile tra l’ex Malerba e viale Borri.
«Noi qui non vogliamo nessun centro culturale musulmano – continua il signor Carmine – Non è questione di pregiudizio, ma di svalutazione degli immobili, traffico e rumore». Anche che vive proprio vicino all’ex Malerba si dice contraria.
«Ma stiamo scherzando? Se aprono una moschea qui, non viviamo più. Dove pensano poi di parcheggiare tutte le automobili? Qui non vogliamo che si ricrei la situazione caotica che c’è in via Giusti. Dovrebbero trovare una soluzione esterna ai centri abitati».

Secondo la signora Sardella, «il problema è che queste persone non si integrano e qui la gente vuole vivere in pace. Qui nessuno è favorevole alla nascita di un centro culturale islamico». Inoltre, la donna sottolinea il fatto che, secondo il Piano di governo del territorio, quell’area è catalogata come zona C e quindi destinata a essere utilizzata come zona di attività industriale.
In realtà nel Piano di governo del territorio non é previsto che possa sorgere un nuovo luogo di culto per la comunità

musulmana in città. In fase di redazione del piano cioè gli amministratori non hanno ritenuto opportuno individuare nessuna area da destinare alla costruzione di una moschea.
Una “svista” di cui si era già accorto il consigliere comunale del Pd, , che in più occasioni aveva interrogato l’amministrazione sulle ragioni di questa scelta e, in fase di approvazione del Pgt, aveva chiesto di inserire l’area di culto con un emendamento.
Proprio a causa di questa omissione nel Pgt, la comunità islamica ha recentemente annunciato un eventuale ricorso contro la decisione dell’amministrazione comunale.

Ieri il Consiglio Regionale della Lombardia si è trovato a discutere la proposta di legge 195 per la «regolamentazione delle attrezzature dei servizi religiosi». La proposta di legge 195 propone di regolamentare i nuovi luoghi di culto, per esempio chiedendo di attivare una procedura di Vas per ogni nuovo edificio; un’analisi delle caratteristiche del territorio per tutelare la pubblica sicurezza, la morale e il decoro; parcheggi in numero soddisfacente e, come proposto da Anci Lombardia, dispositivi di sicurezza collegati a tutte le forze dell’ordine. Inoltre, dovranno essere fatte valutazione sulla viabilità, chiedendo, se è il caso, un adeguamento.
Intanto Orizzonte Ideale, il movimento politico guidato da (sindaco di Viggiù), ha dato il via a una raccolta firme contro la realizzazione di nuove moschee in provincia. A Varese, la raccolta firme è anche promossa da .

«Il rischio di infiltrazioni terroristiche è troppo alto – spiega Cosentino – Nonostante stimi l’Imam di Varese, non può da solo controllare centinaia di fedeli. Visto anche il contesto internazionale, una moschea non è una priorità. Da qui l’avvio di una raccolta firme e in quattro ore ne abbiamo raccolte circa 400».
Cosentino chiede anche che vengano intensificati i controlli in via Giusti: «La vera priorità ora è la sicurezza dei varesini. Se l’intelligence controlla anche il luogo di culto di via Giusti, insieme ad alte sei mosche in Italia, una ragione ci sarà».