Il bimbo sta male, lei chiede aiuto «Perché nessuno si è fermato?»

Il cuore del piccolo di due anni ha smesso di battere mentre era in auto con la mamma. Lo sfogo: «Urlavo, ma intorno soltanto indifferenza». Salvato da una ragazza e dal 118

– Bimbo di due anni in arresto cardiaco: salvo solo grazie all’intervento di una passante e dello straordinario lavoro compiuto dall’équipe dell’automedica di Varese inviata sul posto dal 118. Nessun altro oltre alla passante ieri mattina si è fermato a portare aiuto a questa madre disperata ferma su viale Europa che implorava aiuto per il suo piccolo.
«Perché nessuno si è fermato? Perché nessuno si è fermato?» ha continuato a ripetere la giovane disperata dopo che il piccolo è

stato trasportato d’urgenza all’ospedale Del Ponte di Varese. Per capire la frustrazione della ragazza è necessario inquadrare l’episodio.
Il fatto è accaduto poco dopo le 8.30 di ieri mattina in viale Europa. Strada trafficata sempre che a quell’ora è un fiume di auto: tutti sono diretti al lavoro. La madre stava portando il figlio di soli due anni all’ospedale. Il piccolo non stava bene da alcuni giorni. Non una patologia tale da poter far immaginare un fatto tanto grave.

La donna sta guidando e all’improvviso si accorge che qualcosa non va. Il piccolo sta male: pare privo di sensi. L’istinto materno segnala l’anomalia. Chiunque forse non si sarebbe accorto di quanto stava accadendo ma non la madre. Che inchioda la macchina.
È in preda al panico. Cerca di capire cosa sta accadendo al suo bambino. Chiede aiuto. E viene ignorata. Il traffico continua a scorrere su viale Europa. Tra l’indifferenza o la disattenzione; possibile persino che in molti non si siano accorti di quella donna disperata concentrati com’erano nell’arrivare puntuali. A notare la scena è una ragazza. Vede la madre disperata e si ferma. Corre dalla donna. Capisce al volo cosa sta accadendo: la giovane ha anche seguito un corso di primo soccorso. Con la chiamata al 118 inoltrata, è la passante a portare le prime cure.
Il bambino è in arresto cardiaco; non respira praticamente più. È la ragazza ad aiutarlo mettendo in pratica quanto imparato: certo non può fare quanto un medico o un infermiere ma cerca di non lasciare aggravare ulteriormente le cose. In un lampo, intanto, in viale Europa arriva l’automedica.
L’equipe entra immediatamente in azione; sull’automedica c’è un rianimatore. Medici e infermiera si trovano davanti il piccolo.

Hanno lo stesso sguardo della ragazza. Deciso, motivato a salvare quella minuscola vita. Il fallimento non è un’opzione. Si tenta il tutto per tutto: medico e infermieri lavorano senza sosta. Continuano e continuano con tutta la strumentazione a loro disposizione.
E riprendono il piccolo. Dopo 40 minuti dall’arresto cardiaco il cuore del bambino ritorna a battere. È vivo, l’impresa è riuscita. C’è poi la folle corsa in ospedale: i medici del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Del Ponte di Varese non sono da meno.
E stabilizzano il piccolo. Che è ora ricoverato nel reparto di Rianimazione: la prognosi per il bimbo è riservata. Le sue condizioni sono gravi, purtroppo non è ancora fuori pericolo.
I genitori sono accanto a lui. Resta la domanda che la giovane che per prima è intervenuta si è posta quando il piccolo è stato rianimato: «Perché non si sono fermati?». Perché quella mamma disperata e in preda al panico è stata ignorata?