Poste, viaggio nell’estate da incubo

Si prevede un’estate di disagi per gli utenti di Poste Italiane anche nell’alto Verbano. Gli uffici che soffrono di problemi cronici non potranno certo migliorare i loro servizi quando, in molti paesi della costa, il numero di abitanti accrescerà come conseguenza del tanto sperato afflusso turistico. Non solo: le ferie estive degli stessi dipendenti e vari problemi strutturali sono nubi scure all’orizzonte.

, sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca, descrive la situazione nel neonato super Comune: «Gli uffici dislocati nei municipi non sono sempre aperti, mentre quello centrale maccagnese si dedica al pubblico sei giorni su sette. Andrebbe potenziato, come già fatto presente a Poste Italiane».

Anche i piccoli borghi interni come Montegrino Valtravaglia, storica meta dei tedeschi, accuseranno il balbettio delle aperture come spiega , sindaco montegrinese: «Il nostro problema è il regime a singhiozzo: due ore e mezza al giorno sono poche. Siamo preoccupati, alla luce dei disagi già vissuti: il mese scorso problemi tecnici hanno gravato su scadenze come la Tares, con tanta paura per i residenti, spaventati da eventuali more».

, nuovo sindaco di Porto Valtravaglia, va giù molto duro con Poste Italiane: «Non va bene neanche da noi, ma il problema è a monte: non possono pensare di fare le banche con il personale ridotto a loro a disposizione. Che si decidano: o diventano una società che gestisce i conti correnti aumentando i dipendenti, oppure offrono in maniera ottimale solo la corrispondenza e le spedizione, attività originali e imprescindibili che, a mio giudizio, Poste Italiane dovrebbe mantenere nell’efficienza. Altrimenti il mix sbagliato crea solo disagi».

La preoccupazione è estesa, con picchi segnalati a Mesenzana e a Cuasso al Monte.

, primo cittadino di Mesenzana, ha sotto controllo la situazione: «Le aperture sono sempre cadenzate: da quando mi sono insediato non ho ancora sentito lamentele da parte dei miei cittadini. Monitoriamo, preparandoci anche a disagi futuri».

, nuovo sindaco di Cuasso al Monte, ha ereditato una situazione delle poste tra le più gravi del territorio: «Ho scritto a Roma chiedendo un incontro presso la dirigenza varesina. Appena insediati abbiamo fatto un’indagine a tappeto sui comuni tra i 2mila e i 4mila abitanti, rilevando che solo noi abbiamo una situazione così gravosa: un territorio esteso e frazionato di oltre 3.500 cittadini non può avere un ufficio completamente chiuso e l’altro a metà tempo. È insostenibile, ci sentiamo discriminati: Poste Italiane deve avere una soluzione. Mi vergogno di essere il sindaco di un paese in cui la fila alle poste arriva fino a metà piazza».

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